Marco Contestabile è il personaggio dell’anno secondo i lettori de lextra.news: l’artista, sul palco come Black Snake Moan, è tornato in questo 2022 appena concluso a suonare live, oltre a produrre un nuovo EP e dirigere, dal punto di vista artistico, la rassegna musicale de L’amo, a Marina Velka, che ha visto arrivare sulla costa cittadina apprezzati artisti protagonisti di belle serate estive.
Come con Tiziana Favi e Francesca Castignani, segnalate come protagoniste dell’anno dalla Redazione, il direttore de lextra.news ha intervistato Marco in una chiacchierata tra ricordi, progetti e riflessioni.
S – Che ti porti dietro di quest’anno? Qual è il ricordo più bello?
M – La ripartenza, ricominciare a suonare. E le registrazioni, condivise, con Gabriele in studio.
S – Quando è nata l’idea di questa collaborazione?
M – Verso la fine del 2021 ho iniziato a pensare di lavorare in studio con altri musicisti. La registrazione è stata sempre molto stimolante per me, sia perché era molto tempo che dovevo entrare in studio, sia per l’opportunità di condividere i miei nuovi brani e la nuova strumentazione. Gabriele Ripa ha accettato volentieri la mia proposta di inserire la tastiera ed il basso; è stato molto divertente registrare con un caro amico così talentuoso. Avevo una grande voglia di tornare a suonare, era qualcosa che mi mancava veramente tanto; l’anno precedente avevo lavorato in spiaggia a L’amo e avevo la direzione artistica dei concerti, quindi mi mancava il palco, ma mi dava molta energia organizzare eventi.
S – Ricordi il primo ritorno al live?
M – La prima del tour estivo del 2022, a Cecina, poi la settimana seguente abbiamo suonato a L’amo, a Marina Velka.
S – E come è stato l’impatto del tornare a suonare dal vivo?
M – A Cecina ero fisicamente distrutto, ero stato male, avevo avuto il Covid e ancora ne portavo addosso gli strascichi, era davvero tutto entusiasmo perché fisicamente non ero in forma, ma molto emozionato: era troppa la voglia di rimettermi in strada, questa volta in compagnia di Gabriele, e il live è stato veramente bello, abbiamo suonato molto bene. Il release party a L’amo è stato molto emozionante, perché venivamo da quattro date di fila, tra Marche, Abruzzo e Toscana. Sì, è stato bello, soprattutto perché non mi aspettavo tutta quella gente, e in generale è stata una bella estate di concerti sotto una nuova veste, un bel tour proponendo un set diverso in duo. Una soddisfazione in risposta a un anno molto difficile, tante scelte personali delicate, un anno decisivo per molte cose.
S – Un anno difficile che tra 10 anni ricorderai come brutto o che ti farà dire “Ok, è stato faticoso però guarda a cosa ha portato”?.
M – Me lo ricorderò perché ho fatto delle scelte che tuttora rispecchiano la mia identità, principi importanti, si. Ho preso delle decisioni importantissime quest’anno, l’anno scorso no (ride, ndr).
S – E invece quest’anno in che direzione pensi che andrà?
M – Diciamo che il 2023 è un anno molto importante, rivelatorio. Nell’ultimo EP Revelation & Vision (doppio singolo) parlo di rivelazioni e visioni in prospettiva di un futuro imminente, che ora è arrivato. Le registrazioni del nuovo album, le prossime uscite discografiche, una nuova esperienza importante che svilupperò parallelamente a Black Snake Moan e che presto annuncerò: sono cose che mi danno la giusta energia per andare avanti. Pur essendo stato, quello appena concluso, l’anno più difficile, se non quello più pesante per me, è anche il più romantico, perché suonare con il proprio migliore amico è qualcosa di veramente magico. Pur essendo molto diversi abbiamo creato una forte energia, grazie alla nostra forte amicizia e stima reciproca: mi reputo molto fortunato a suonare con Gabriele, musicista di cui ho molta stima e a cui voglio veramente bene, gli auguro il meglio per il suo percorso e di condividere nuovamente esperienze sempre più belle.
Ci tengo a dirti una cosa che ti chiederei di scrivere: non mi aspettavo questo riconoscimento, non mi sarei aspettato neanche il podio, neanche la nomination sinceramente, ho avuto “anni migliori”, secondo me, lo meritavano altre persone.
S – Ti posso chiedere chi?
M – Tarquinia sicuramente ha molte eccellenze. A livello musicale Leandro Piccioni assolutamente, dal punto di vista sportivo il campione del mondo Christian Gasparri. Anche la giovanissima attrice Flaminia Mancin, che secondo me farà strada, o ancora Marco Ferri, artista che stimo moltissimo e tanti altri ancora… un sincero in bocca al lupo a tutti.
S – Come è vivere Tarquinia, che ha in questo mondo variegato tanti punti esclamativi, che dà tutti questi stimoli differenti?
M – In realtà è strano: Tarquinia mi ispira e mi chiude allo stesso tempo. Sicuramente per me è un luogo di meditazione, riflessione, creativo e stimolante, ma anche una gabbia. Sono stati d’animo che mutano nel tempo; è un argomento di discussione molto delicato questo. Un misto tra senso di inadeguatezza e di forte appartenenza. Cerco di concentrare tutti i miei sentimenti nella mia musica, sfuggendo ai meccanismi pericolosi dell’abitudine, della routine quotidiana, dagli stati d’animo che alimentano negatività; spesso un paese ti porta un po’ a chiuderti o a proiettare messaggi che non ti rappresentano. Tarquinia, nel profondo del mio spirito, ha sempre evocato sentimenti di evasione, di auto-ascolto e di importanti risposte ma soprattutto mi ha ispirato molto. Per farti un esempio assurdo: a Paul McCartney chiesero come fosse possibile del fatto che scrivesse tutti quei successi con i Beatles; lui rispose che era inevitabile, poiché viveva costantemente una serie di ispirazioni e input creativi di ogni genere, dal luogo nel quale viveva e cosa percepiva. Penso Tarquinia, in un certo senso, almeno per me, sia un luogo carico di energia artistica. Mi piace proiettare la mia visione nella musica, quando fai un lavoro che desideri e che ami si crea una modalità molto particolare; questo mi succede quando cammino nei miei punti preferiti del centro storico, da solo ascoltando i brani a cui sto lavorando; seguo il flusso, un sentimento molto profondo e significativo, è una sensazione davvero bella e difficile da descrivere. In un paese, a differenza di una grande città, non puoi sfuggire a certe dinamiche, ma se sei connesso con la tua terra, i tuoi luoghi magici, in ciò che fai, grazie anche alle persone che fanno parte sia positivamente che negativamente del tuo presente, aprendo il cuore e la propria mente, vivo una nuova dimensione; Tarquinia mi lascia queste sensazioni.
S – Portare un festival che fa suonare delle band di alto livello dal punto di vista qualitativo, così come nei giorni scorsi sono arrivati in città chef stellati a parlare delle loro esperienze, quanto è importante per un paese? Ci aiuta a crescere? Fa l’effetto Paul McCartney?
M – Eh sì, tantissimo. Potrebbe essere un trampolino di lancio per crescere, per migliorare, per stimolare altre persone o per svegliare o risvegliare dei talenti. Io credo che Tarquinia per tante cose ancora non sia pronta, non perché non abbia una sensibilità, ma perché a livello logistico manca di determinati aspetti tecnici. Però sì, portare artisti di alto livello a Tarquinia sarebbe bellissimo e mi piacerebbe farlo come una cosa più istituzionale rispetto a una rassegna privata, anche se accessibile a tutti, come quella de L’amo.
S – Al di la che tu, con gli artisti venuti a Tarquinia, hai dei rapporti tuoi personali, il viverli a L’Amo in quella situazione, sentirli, aiutarli, andare a prenderli alla stazione ecc… ti ha dato qualcosa in più?
M – Si, e per prima cosa mi ha fatto capire che siamo tutti uguali. Vivendo le stesse dinamiche da musicista e in questa nuova veste da organizzatore a L’amo, è stato emozionante, perché ho capito di quanto lavoro c’è dietro ogni singolo evento; ho capito quanto è importante e quanta cura bisogna avere dell’arte e degli artisti e per ciò che fanno e che portano in tour, salire sul palco è una fortuna immensa. Ci vuole veramente molta passione e tanto amore, rispetto e sensibilità, è questa secondo me la vera energia. Mi ha veramente dato molta carica; ogni volta che c’era un evento avevo una voglia matta di tornare a suonare. Ora mi piace anche organizzarli i concerti, penso di fare il lavoro più bello del mondo.
S – Che ti auguri per quest’anno?
M – Di essere prima di tutto felice! Mi piacerebbe molto organizzare un Festival a Tarquinia : musica, artigianato, presentazione di libri, saggi Un festival itinerante in più location, sarebbe fighissimo.
Anche perché girando altri paesi, tutti hanno da invidiare qualcosa a Tarquinia, anche se purtroppo vederla così vuota ti fa capire che non è “sfruttata al massimo”. Certo, ci vuole anche una organizzazione dietro che ti permetta di avere tutte le sicurezze che servono, però si, mi piacerebbe dirigere artisticamente un festival nel mio paese, condividere idee, occupandomi della musica. In questo momento più che mai, voglio tornare a suonare, presentare la mia musica, sto lavorando al nuovo album, alle prossime uscite ed ad un nuovo progetto che annuncerò presto. Grazie di cuore a tutte le persone che mi supportano