Riceviamo e pubblichiamo
Privato della fascia blu, il supereroe calato da Bruxelles si dimentica delle celebrazioni del 25 aprile. Si unisce al corteo a metà strada, solo soletto privo del suo consueto codazzo dei candidati. Tanto sgomitante in processione quanto assente per il 25 aprile, viste le sue citazioni in inglese sarà solo un problema di audience? Del resto per il candidato a sindaco Alfio Meraviglia è stata una due giorni faticosa e priva di soddisfazioni. Dal comizio di sabato che più che un bagno di folla è sembrata una doccia fredda, viste le esigue presenze, alla titanica impresa di riempire una sala da ottanta posti per la venuta del governatore Renata Polverini. 64 candidati più i familiari hanno gremito l’adunanza, tanto da indurre gli organizzatori a rimuovere i giornalisti per far sedere i parrucconi venuti da Viterbo, giornalisti che per protesta se ne sono andati. Ma i fuochi di artificio erano appena iniziati, perché il presidente Polverini è stata contestata dal rappresentante dei medici dell’ospedale tarquiniese, per la grave carenza di personale, tentando inutilmente di togliere la parola al malcapitato rappresentante. Il paladino della piazza e del confronto, in due giorni si dimentica i valori del 25 aprile, allontana la stampa dalle sue iniziative, e prova a togliere la parola a un comune cittadino che ha l’ardire di contestare e chiedere il confronto. Libertà di stampa e libertà di espressione sono fondamenta della nostra democrazia. Sono sulla Costituzione. Pur avendo studiato al Parlamento Europeo, crediamo che per Meraviglia urga un ripasso. L’assenza del centro destra dal corteo del 25 aprile è un segnale inquietante, pari a quella dei sedicenti rappresentanti della sinistra camuffati nelle liste civiche. La festa della Liberazione, occasione persa per un segnale di unità.