Riceviamo da Antonio Paone e pubblichiamo
Sabato sera 5 novembre, nella splendida cornice della Sala Sacchetti del Palazzo dei Priori a Tarquinia, si è tenuto il secondo evento di “Pasolini in Tuscia” rassegna organizzata, in ricordo del centenario della nascita del poeta, dalle associazioni culturali La lestra, Società Tarquiniense di arte e storia e Tarquinia film office.
Il folto pubblico, durante l’introduzione incentrata su due racconti dei miei libri, è stato invitato al viaggio in Yemen e l’Iran, due paesi martoriati, il primo da una delle guerre dimenticate del pianeta, il secondo da una teocrazia ottusa e liberticida.
Subito dopo ha raggiunto, grazie alla musica di Ettore Castagna, etnomusicologo e poliedrico polistrumentista, la terra di Calabria. Abbiamo ascoltato le sue canzoni delicate e amare, poesie in lingua grecanica e calabrese accompagnate dai suoni della chitarra acustica e battente, della lira calabrese, del geniale mundizzofono e del malarruni dal suono incredibile. Lo ha accompagnato al basso Carmine Torchia.
Le note musicali ci hanno condotto lungo le piste bianche della Calabria di Comizi d’amore e del Vangelo Secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, abbiamo sentito il rumore della sabbia bianca calpestata nel basso Jonio scintillante, tra riti e miti del passato, i silenzi di paesi abbandonati, storie dimenticate di serenate notturne e le parole mute delle comparse prese dalla strada, visi veri che raccontavano storie della marina dei Greci, di Favignana, degli zingari del Sud e dei migranti curdi.
Siamo arrivati sulla costa antica della Calabria, in una mescolanza di digitale, di pastori, di carceri, di guai e di croci da abbracciare e da portare. Abbiamo attraversato strade con le buche, ogni tanto compariva qualche casa da ultimare.
Gli occhi si sono perduti tra le piante d’ulivo e le immense fioriture di orchidee selvatiche in primavera in un’aria che è quella di casa. Le parole di Ettore, amare e ironiche nello stesso tempo, hanno dato un senso al percorso musicale e poetico.
Pier Paolo Pasolini sono sicuro che avrebbe amato la sua ricerca musicale, il suo nobile tentativo di dare voce a chi non trova parole.
Il finale, interpretato in maniera esemplare da Carmine Torchia, ci ha condotto nella poesia di Pasolini “Cosa sono le nuvole”, versi del tempo, senza tempo.
Tra le parole, le storie, le melodie, i suoni dei diversi strumenti, alcuni dei quali incredibili e imprevedibili, la serata è trascorsa lieve.
La poesia ci ha condotto in una terra senza confini, senza frontiere, senza muri. In un paese chiamato Utopia (Riace).
Si ringraziano gli spettatori che hanno sfidato il primo freddo di stagione, tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto, i tre Presidenti delle Associazioni che lo hanno condiviso, Paolo De Alexandris, Massimo Legni, Mario e Giuseppe della Stas, Roberto Antenore, Tamara Luccioli del Ristorante Il cavatappi e Carmine ed Ettore per il bellissimo concerto.
Il prossimo appuntamento sarà sabato 19 novembre alle ore 17.30, sempre nella Sala Sacchetti del Palazzo dei Priori, con l’introduzione di Alessandra Sileoni, presidente della Società Tarquiniense di arte e storia per la presentazione a cura di Stefano Tienforti del libro di Simone Chiani “Tuscia in Pasolini: lo studio sul rapporto” e del documentario “Comizi di Tuscia – Pier Paolo sapeva farti innamorare…2022” dell’Associazione culturale Il fascino del passato, con la presenza dell’attore e narratore di comunità Marco Rossi.