Tarquinia si prepara a salutare Sergio Benedetti: oggi la camera ardente all’interno della chiesa di San Leonardo; domani, sabato 8 gennaio, alle 10, la cerimonia funebre in San Francesco, come comunicato ufficialmente anche dal Comune di Tarquinia, di cui era consigliere.
La stessa chiesa dove Sergio aveva seguito la Messa, giovedì pomeriggio, poco prima di accusare il malore che lo ha colpito, privando la Città di uno dei suoi personaggi più noti e apprezzati.
Prima lo sconcerto, quindi il dolore: Tarquinia resta scossa da una vicenda drammatica anche nel suo svolgimento, con l’ex vicesindaco – conosciutissimo in Città – accasciatosi d’improvviso lungo corso Vittorio Emanuele poco dopo le 18 di giovedì. Immediato l’intervento delle persone presenti, pronti anche contattare i soccorsi: i primi sono giunti, a piedi e di corsa, dal non lontano presidio allestito per il presepe vivente che si stava svolgendo.
Determinato anche l’intervento delle Forze dell’ordine: polizia locale e agenti del Commissariato, trovatisi a passare, in quei concitati attimi, lungo il corso hanno cercato di isolare l’area permettendo ai soccorsi d’intervenire nonostante la folla subito accorsa.
In molti l’hanno riconosciuto, in breve s’è sparsa la voce in una Tarquinia affollata e sin lì festosa per l’Epifania: in breve, i sorrisi hanno lasciato spazio a nervosismo e tensione, in attesa che le ambulanze accorse si muovessero verso l’ospedale, dove man mano si sono raccolti famigliari ed amici.
Da lì è giunta la notizia più brutta, definitiva: quella della scomparsa di una figura di riferimento per la Città, attivo negli ambiti non solo politici, ma anche associazionistici e sociali.
Da oltre trent’anni calcava la scena della vita pubblica tarquiniese: da politico, prima con la Dc, poi in Alleanza nazionale sino alla fusione nel PdL. Assessore, poi vicesindaco nell’era Giulivi: e proprio in quegli anni, al fianco di un sindaco poco avvezzo alla comunicazione, aveva svolto con costanza il ruolo di anello di congiunzione tra amministrazione e cittadinanza, a volte anche di mediatore. Un lavoro che lo ha premiato solo in parte, nelle successive tornate elettorali: alle ultime provinciali, anche a causa di un frazionamento nel centrodestra tarquiniese, era infatti risultato primo dei non eletti al consiglio.
Ma la presenza di Sergio andava oltre la politica: da anni seguiva con passione le attività dell’Associazione Fratelli del Cristo Risorto, di cui era segretario; da sempre lo si ricorda impegnato nella banda cittadina, la “Giacomo Setaccioli”, con la quale esercitava la sua passione per gli strumenti a fiato.
A poche settimane dall’addio a Luigi Daga, Tarquinia saluta una nuova scomparsa prematura di un suo uomo di prestigio, passione, dedizione.