Riceviamo dal Comune di Bassano in Teverina e pubblichiamo
Torna finalmente a Bassano in Teverina “Sculture in Campo”, un importante e atteso appuntamento artistico che sabato 17 settembre darà il via alla sua sesta edizione. La manifestazione si terrà presso “Il Querceto”, in località Poggio Zucco a Bassano in Teverina, alle ore 11.
Al parco permanente di scultura internazionale creato e curato dall’artista Lucilla Catania si aggiungono infatti ogni anno nuove opere selezionate da un competente e rigoroso comitato scientifico. Ed è proprio questo l’aspetto più interessante di Sculture in Campo, un progetto che ogni anno si arricchisce di nuove forme e creazioni.
Sabato 17 settembre verranno appunto presentate al pubblico tre nuovi lavori realizzati dagli artisti Pino Genovese, Maki Nakamura e Cloti Ricciardi.
Le due sculture eseguite da Pino Genovese prendono il nome di “Antropiche”. Si tratta di due di rifugi naturali di protezione realizzati con tronchi recuperati sulla riva del mare. L’attaccamento dello scultore romano alla natura lo ha portato negli anni a produrre opere con materiale recuperato sulle spiagge o nel sottobosco delle pinete. Grazie ai viaggi compiuti in Africa, si è poi rafforzato progressivamente il suo interesse per la natura arcaica e antropologica.
Maki Nakamura, artista giapponese con esperienze di studio all’Accademia di Belle Arti di Roma e all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, ha invece realizzato un lavoro in travertino che si intitola “Zer0”. Quest’opera compie il paradosso del dar corpo sensibile all’immateriale e di rendere fisicamente il vuoto, in sintonia con il pensiero Zen.
Con la collaborazione di Mariolina Ricciardi, il 17 settembre verrà inoltre presentata anche “Anomie spaziali”. L’opera, realizzata in corten e vetro, è tratta da un bozzetto del 1987-89 di Cloti Ricciardi, tra le più importanti scultrici italiane del secondo Novecento, di cui il pubblico ha potuto ammirare Respiro (1968) nel recente allestimento a Palazzo delle Esposizioni in occasione della Quadriennale d’arte 2020. Nella sua “anomie” la scultrice romana scardina il sistema chiuso e insufficiente del rapporto tra soggetto/oggetto e tra spazio/tempo, optando per un concetto di molteplicità e per una visione nuova verso delocazioni altre e nuove osservazioni.