Riceviamo da Alberto Tosoni e pubblichiamo
Il Consorzio di Bonifica Litorale Nord avvia la manutenzione ordinaria sui principali fossi della zona di Montericcio a monte dell’Autostrada SAT. Un lavoro dettagliato, che a partire dal fosso della Ranchise passerà in rassegna i corsi d’acqua naturali principali affluenti del fiume Mignone. Un reticolato idrico delicato ma anche imponente quello in competenza al Consorzio di Bonifica impegnato a proseguire una manutenzione ordinaria rivolta principalmente alla rimozione della vegetazione infestante ostacolante al regolare deflusso delle acque di scolo, con la conseguente rimozione dei detriti in alveo fino al ripristino della funzionalità idraulica.
“Una serie di interventi programmati si stanno mettendo in campo per la sicurezza di un territorio particolare soggetto da anni a frequenti inondazioni – spiega Alberto Tosoni dell’Università Agraria di Tarquinia – la cura dei corsi d’acqua attraverso la manutenzione programmata, cadenzata e ciclica, rimane lo strumento di prevenzione più adeguato per preparare i terreni a rispondere positivamente alle violenti piogge che il cambiamento climatico, per tramite dei suoi fenomeni sempre più estremi, ci sta facendo conoscere”.
La manutenzione eseguita dal Consorzio con gli interventi di rimozione dei sedimenti litoidi effettuati dalla SAT anticipano le lavorazioni di manutenzione che la Regione Lazio ha rassicurato di eseguire nell’imminenza sul fiume stesso dando seguito così, in sinergia con i sovra Enti interessati, ad azioni di mitigazione rischi reali e concreti. Anche quest’ultimi interventi, analogamente a quanto fatto sul Marta, saranno eseguiti nel rispetto dell’ambiente e degli animali nidificanti, praticando sistemi di manutenzione “gentile” e mai impattanti ottemperando a lasciare aree di vegetazione inalterata come zone di riparo per l’avifauna e per le specie acquatiche a tutela dell’habitat fluviale e della sua ossigenazione naturale.
Tosoni: “Gli interventi eseguiti o in fase di avvio degli Enti preposti alla salvaguardia del territorio sono rivolti alla mitigazione dei rischi idraulici del fiume Mignone e l’auspicabile e durevole attenzione posta sul problema delle esondazioni conforterebbe almeno in parte il comparto agricolo della zona che, come ovunque purtroppo, sembra non aver mai pace; dapprima la pandemia, poi la crisi energetica, il rincaro delle materie prime, i danni causati dalla incontrollata fauna selvatica ed infine una siccità drasticamente anomala”.