A due giorni dal voto per scegliere il nuovo sindaco di Montalto di Castro, lextra.news con il suo direttore Stefano Tienforti ha intervistato i cinque candidati sindaci, in chiacchierate che spaziano dai programmi alla politica, senza tralasciare le sensazioni ed emozioni dell’avventura amministrativa (a questi link le interviste a Luca Benni, Angelo Brizi, Gianni Petronio ed Emanuela Socciarelli, qui quella dei giorni scorsi al sindaco uscente Sergio Caci).
La diffusione della pandemia, tra lockdown, didattica a distanza e distanziamenti, sembrava aver fatto sperimentare ai cittadini ogni genere di situazione. Evidentemente no, perché le elezioni amministrative di Montalto di Castro propongono un caso quasi inedito: una campagna elettorale in smart working. È la sfortunata situazione capitata al dottor Angelo Di Giorgio – cui la redazione de lextra.news rinnova gli auguri di pronta guarigione – bloccato in casa dal Covid proprio nei giorni della volata finale.
“Ora non sto benissimo – esordisce una volta raggiunto al telefono – e dover restare recluso per sette giorni non è un fattore augurabile o favorevole, al termine di una campagna elettorale. Ma i candidati della lista che mi sostiene sono al lavoro in modo ancora più alacre e io continuo ad avere la massima fiducia. Certo, ora dovremo organizzarci con qualche espediente tecnologico, anche per la chiusura della campagna, ma siamo già attivi in rete per gli incontri che avevamo in programma e pur da casa sto realizzando dei filmati da diffondere via social”.
Il finale di campagna elettorale, insomma, non è proprio quello che ci si aspettava, ma candidati e sostenitori sperano invece in un lieto fine, magari da festeggiare con qualche giorni di attesa. Per Di Giorgio, già consigliere comunale a cavallo tra anni ‘80 e ‘90, sarebbe un ritorno in amministrazione. “Fui eletto nel 1986, – ricorda – nell’epoca in cui Montalto viveva il passaggio dal nucleare al policombustibile, in una delle prime maggioranze “anomale” che riuniva assieme Democrazia Cristiana e Partito Comunista. In realtà l’alleanza resse pochi mesi, e noi DC finimmo all’opposizione sino agli ultimi sei mesi, quando ribaltammo il gioco di forze e vivemmo l’ultima parentesi di quel quinquennio al governo della città. Quella fu, per me, un’esperienza incidentale, nel pieno della mia carriera universitaria: mi ci trovai dentro, insomma, ma contribuii comunque a ottenere un risultato importante per Montalto. In quei sei mesi portammo infatti avanti una decisa campagna contro uno dei tanti “mostri” che hanno minacciato la città, un porto per navi metaniere di dimensioni enormi, la cui realizzazione avrebbe non soltanto deturpato il panorama, ma esposto il territorio a rischi enormi, azzerando le attività di pesca e diporto. Scrissi la valutazione d’impatto ambientale che fu accettata dal Ministero e ci permise di vincere quella battaglia”.
“Poi sono stato lontano dalla politica per anni, – continua – tornando ad attivarmi qualche mese fa, quando all’orizzonte si è manifestato un altro enorme rischio, quello del deposito nazionale di scorie nucleari. Ho partecipato da vicepresidente all’esperienza del comitato Montalto Futura, che conta in città oltre 1.600 adesioni e fa da coordinatore nella provincia di Viterbo a 23 tra associazioni e comitati e tre biodistretti. A unirci è la lotta contro Sogin e il pericolo di un deposito di scorie in questo territorio: è recente, a tal proposito, un ricorso presentato al Tar. L’idea della lista nasce dal fatto che nessuno sta combattendo questa battaglia con efficacia, considerando che, anche se non lo diranno apertamente, PD e Regione Lazio sono a favore del deposito: basti pensare che la Regione Lazio non ha presentato osservazioni per sventare la minaccia”.
Non a caso la lista si chiama “Ambiente e progresso”, nome che lega i due fili conduttori della visione politica della compagine. “Il programma segue la linea europea del progresso sostenibile – approfondisce Di Giorgio parlando degli obiettivi a lungo termine di un eventuale quinquennio di amministrazione – ed è secondo questa visione che opereremo, con tutta una serie di interventi a tutela dell’ambiente e dell’economia. Combattendo, ad esempio, non solo le scorie – qualora si realizzasse il deposito, praticamente l’economia finirebbe per essere legata solo a questa attività –, ma anche l’inquinamento: dati impressionanti mostrano come l’incidenza di cancro e leucemia siano, in questo territorio, ben sopra la media. Questo è un momento epocale della storia di Montalto di Castro: se qualcuno non si oppone tecnicamente, sarà impossibile contrastare questo mostro e salvare la nostra economia”.
“Solo allora avrà senso parlare di turismo, di agricoltura, di valorizzazione del territorio. – conclude parlando di programmi – Penso al Parco di Vulci, alle sue potenzialità inespresse per cui bisognerà scegliere un presidente che sappia essere manager, come nelle grandi realtà italiane, dagli Uffizi in giù”.
Ma in caso di vittoria, cosa possono aspettarsi nei primi mesi i cittadini, per vedere l’impronta dell’amministrazione? “I problemi di questo Comune sono tanti, a partire dal bilancio, che ritengo discutibile, passando per quelli passati sotto la lente d’ingradimento della Corte dei Conti. La nuova amministrazione dovrà lavorare duramente su questo aspetto e dovrà riqualificare il personale, migliorando l’organizzazione per trarre il meglio da ciascuno”.
Un ultimo passaggio riguarda la politica montaltese e una campagna elettorale all’insegna della frammentazione, con cinque liste e tanti ex amministratori in corsa su fronti di versi. “Una frammentazione che considero molto negativa. – riflette Di Giorgio prima di lanciare una critica agli amministratori uscenti – E mi chiedo una cosa: perché tutti questi ex amministratori che si vogliono ricandidare? Oltretutto dopo dieci anni e con i risultati e i guai prodotti! Guardo la lista PD e vedo la vecchia nomenclatura del PCI, cioè una squadra datata che non ha dato risultati. Ripeto: queste candidature non le capisco proprio. Serve gente nuova che abbia volontà e capacità per operare contro questo modo sciatto di governare, per riattivarsi nelle lotte per il territorio, per saper costruire accordi nuovi con Enel. Parliamo del maggiore contribuente al bilancio comunale: basta scontri destinati ai tribunali, che finiscono poi a nostro sfavore. Il dialogo con Enel va esteso alla ristrutturazione della centrale, per la quale, continuo a ripeterlo, serve una convenzione nuova e più stringente”.
“Ecco – conclude – la novità siamo noi: a parte un’ex assessore, che peraltro è all’opposizione ormai da sette anni, sono tutti volti nuovi, tutti lavoratori, persone che non dipendono da nessuno e che, proprio per questa libertà, possono lavorare al meglio”.