Riceviamo dalla Curia Vescovile e pubblichiamo
In una stagione ancora segnata dagli effetti della pandemia e alla quale si è aggiunta la guerra in Ucraina, accanto all’impegno di solidarietà nei confronti delle situazioni di maggiore fragilità, il lavoro continua a preoccupare tante famiglie.
Come ricordano i vescovi italiani nel messaggio per il Primo Maggio, le conseguenze della crisi economica gravano sulle spalle dei giovani, delle donne, dei disoccupati, dei precari, in un contesto in cui alle difficoltà strutturali si aggiunge un peggioramento della qualità del lavoro.
Si pensi a quanti hanno perso la vita nello svolgimento della propria attività lavorativa, agli infortuni e alle malattie professionali, vero bollettino di guerra giornaliero che peraltro non tiene conto delle vittime del lavoro “sommerso”; quanti sono rimasti all’improvviso disoccupati; lavoratori irregolari, sfruttati, mal retribuiti, discriminati nei propri diritti; alle donne, ostaggio di un sistema che disincentiva la maternità e “punisce” la gravidanza.
Nel messaggio per la Giornata della Pace, Papa Francesco rilevava che quando ci sono le condizioni di un lavoro sicuro e dignitoso si pongono le basi per evitare ogni forma di conflittualità sociale.
È con questo spirito che lunedì 2 maggio alle ore 17, nella Curia vescovile, si svolgerà – nell’ambito del percorso sinodale che anche la Chiesa diocesana sta vivendo – un incontro di ascolto e condivisione con le rappresentanze sindacali e associative del territorio che avrà per tema «Come la comunità cristiana può contribuire, accanto alle parti sociali, a risvegliare le coscienze per riportare la centro del lavoro la persona?».
La preghiera con cui si concluderà l’incontro sinodale nasce quindi dalla volontà di ricordare a tutti che la dignità delle persone è data anche dal loro lavoro, sul quale fondare la speranza di una vita piena, e grazie al quale fare esperienza di giustizia e di libertà.