Riceviamo dal Comune di Tarquinia e pubblichiamo
Si è svolta ieri a Tarquinia la cerimonia in onore di San Sebastiano, Santo protettore della Polizia Locale, alla presenza delle massime autorità civili e militari.
Dopo la Santa Messa celebrata presso la Chiesa di San Giovanni, il corpo della Polizia Locale insieme alle autorità civili e militari si è diretto presso la sala del Consiglio di piazza Matteotti, dove si è dato il via alla cerimonia organizzata dal comando e dall’Amministrazione Comunale.
Dopo aver schierato il personale sugli attenti, terminato l’inno nazionale, vengono chiamati uno alla volta i nuovi agenti assunti Felici Gianfranco, Lullo Consolata, Menozzi Marco, Pesci Davide, per pronunciare singolarmente dinanzi al Prefetto di Viterbo ed al Sindaco la formula del giuramento.
Il Comandante della Polizia Locale ha poi dato lettura degli elogi, i ringraziamenti al personale andato in congedo e la consegna simbolica dei nuovi gradi al personale di polizia locale.
A conclusione il Prefetto, il Sindaco ed il Comandante hanno espresso con parole di ringraziamento per l’impegno, la collaborazione ed il lavoro svolto in questi ultimi mesi, impegno aggravato anche dalla situazione epidemiologica in corso che ha sottoposto il comando di Polizia Locale ad un ulteriore carico delle loro mansioni ordinarie. E’ la prima volta che Tarquinia festeggia San Sebastiano e che il corpo di Polizia Urbana riceve un attestato di riconoscenza pubblico.
Chi era San Sebastiano? Il santo visse quando l’impero era guidato da Diocleziano. Oriundo di Narbona ed educato a Milano, fu istruito nei principi della fede cristiana. Si recò poi a Roma, dove entrò a contatto con la cerchia militare alla diretta dipendenza degli imperatori. Quando Diocleziano, che aveva in profondo odio i fedeli a Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano, esclamò: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me.”; Sebastiano fu quindi da lui condannato a morte.
Fu legato ad un palo in un sito del colle Palatino, denudato, e trafitto da così tante frecce in ogni parte del corpo da sembrare un istrice. I soldati, al vederlo morente e perforato dai dardi, lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo affinché le sue carni cibassero le bestie selvatiche; ma non lo era, e santa Irene di Roma, che andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, si accorse che il soldato era ancora vivo, per cui lo trasportò nella sua dimora sul Palatino e prese a curarlo dalle molte ferite con pia dedizione. Sebastiano, prodigiosamente sanato, nonostante i suoi amici gli consigliassero di abbandonare la città, decise di proclamare la sua fede al cospetto dell’imperatore che gli aveva inflitto il supplizio. Il santo raggiunse coraggiosamente Diocleziano e il suo associato Massimiano, che presiedevano alle funzioni nel tempio eretto da Eliogabalo, in onore del Sole Invitto, poi dedicato a Ercole, e li rimproverò per le persecuzioni contro i cristiani. Sorpreso alla vista del suo soldato ancora vivo, Diocleziano diede freddamente ordine che Sebastiano fosse flagellato a morte, castigo che fu eseguito nell’ippodromo del Palatino, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima. Nella sua corsa verso il Tevere il corpo si impigliò nei pressi della chiesa di San Giorgio al Velabro, dove fu raccolto dalla matrona Lucina che lo trasportò sino alle catacombe sulla via Appia e ivi lo seppellì.
La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette “di San Sebastiano”. San Sebastiano è invocato come patrono delle Confraternite di Misericordia italiane ed è anche patrono degli Agenti di Polizia Locale e dei loro comandanti, ufficiali e sottufficiali. L’Amministrazione comunale ringrazia tutti i partecipanti ed i presenti in particolare Sua Eccellenza il Prefetto Dr. Giovanni Bruno, Il Questore di Viterbo Dr. Giancarlo Sant’Elia e tutte le forze dell’ordine intervenute alla cerimonia.