Nel giorno in cui Tarquinia dà l’ultimo saluto a Pietro Anzellini, riceviamo e pubblichiamo un ricordo di Maurizio Guidozzi
È morto Pietro Anzellini e con lui se ne va gran parte della storia e della memoria del ciclismo tarquiniese verso il quale si era avvicinato alla fine degli anni ‘40, prima come atleta, poi la passione lo ha portato a diventare tecnico e successivamente, dirigente come Presidente della locale sezione della Polisportiva Tarquinia di ciclismo, poi anche Presidente della Sezione dei Veterani dello Sport.
Sotto la sua guida sono passati tanti ragazzi, molti dei quali hanno raggiunto traguardi prestigiosi: ricordo tra le fila della Polisportiva Tarquinia Giovanni Bramucci, medaglia d’oro nel quartetto ai giochi olimpici di Città del Messico e successivamente protagonista tra i professionisti. C’è, da parte mia, anche un legame familiare perché sotto di lui sono passati anche mio fratello Massimo e mio nipote Fabrizio. Ma sarebbe riduttivo ricordarlo solamente legato al mondo del ciclismo perché con Pietro se ne va una parte di quello sport fatto di umiltà, fatica, allenamenti costanza e dedizione, lontano da quelle pratiche illecite tanto di moda nello sport odierno.
Personaggio a volte scomodo, personalmente ho avuto con lui anche degli scontri, ma poi non si poteva fare a meno di rimarginare il tutto perché erano scontri legati alla passione verso lo sport. Forse l’unica “colpa” che ha avuto è stata quella di aver amato troppo il ciclismo e passando inesorabilmente il tempo è rimasto prigioniero della sua passione. Mai propenso ai compromessi, mancherà a tutto il mondo dello sport tarquiniese perché tutta Tarquinia lo amava profondamente. A me viene a mancare una parte della mia gioventù, ed anche tante esperienze condivise legate al mondo dello sport. Ciao Pietro, mi (ci) mancherai!!!