Ultimo appuntamento, domani, giovedì 9 settembre, alle ore 21.30 nella Lizza della Torre di Dante a Piazzale Europa, con fortunato ciclo di conferenze “Gli Etruschi e il Mare” ideato e promosso dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia . Protagonista dell’appuntamento Stephan Steingrāber, che parlerà di come i 500 anni (700 – 200 a.C.) della pittura funeraria etrusca e soprattutto gli ipogei dipinti della grande metropoli costiera di Tarquinia rappresentino il primo capitolo della storia della pittura italiana come sottolineava già il grande Maestro Massimo Pallottino. Nuove scoperte e ricerche negli ultimi decenni hanno aumentato notevolmente le conoscenze della cronologia, iconografia, ideologia, tecnica pittorica e dei metodi di restauro di questa singolare “pinacoteca sotterranea etrusca”.
Originario di Monaco di Baviera, Stephan Steingräber è archeologo classico docente di Archeologia classica e Etruscologia e Antichità Italiche: dal 1994, ha insegnato all”Università di Magonza, all’Università di Tokyo e dal 2003, all’Università di Rome Tre. Ha pubblicato circa 200 pubblicazioni (fra cui 5 monografie) in 7 lingue. Si è occupato di cooperazioni internazionali, dell’organizzazione di mostre, convegni e symposi archeologici. Ha esperienza in data-base archeologici e scavi in Germania e Italia. Attualmente i suoi studi sono volti all’analisi del processo di urbanizzazione degli insediamenti etruschi dal tardo villanoviano al tardo arcaico.
L’evento si svolge con il Comune di Tarquinia, sotto l’egida del MIC (Ministero della Cultura), della Regione Lazio, della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, della Direzione Regionale Musei Lazio, nell’ambito del progetto “EtruSCO”, finalizzato alla valorizzazione e promozione culturale del sito UNESCO delle necropoli di Tarquinia e Cerveteri e dei rispettivi territori. Gode inoltre della collaborazione dell’Assonautica di Tarquinia “G. Maffei”, dell’Università di Perugia, dell’Università di “Roma Tre”, del Museo del Mare e della Navigazione Antica e del Parco Archeologico di Vulci.