Riceviamo e pubblichiamo
Nell’ambito della V edizione di IlluminAmatrice Festival 2021, è stato inaugurato il 10 luglio ad Amatrice, nel parco del Villaggio Lo Scoiattolo, il progetto TERRAPROMESSA, percorso di arte contemporanea nella natura curato da Barbara Pavan, promosso da Associazione IlluminAmatrice con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Amatrice, Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.
Otto artiste -Michela Cavagna, Lisa Fontana, Daniela Frongia, Maria Carmela Milano, Monica Pennazzi, Maria Jole Serreli, Giulia Spernazza, Jonida Xherri- hanno raccolto la sfida di realizzare, attraverso il medium tessile, opere capaci di dialogare con l’ambiente in cui sono inserite senza però prescindere dalla dimensione passata, presente e futura della presenza umana in questo territorio. Il percorso d’arte diventa così una narrazione in cui si incontrano e integrano istanze differenti, talvolta contradittorie, ma che trovano nella possibilità dell’arte di ‘vedere oltre’ il terreno ideale su cui costruire la terra promessa.
Infatti, a cinque anni dagli eventi sismici che hanno mutato il paesaggio di queste terre il Festival apre con una mostra diffusa d’arte contemporanea che focalizza l’attenzione sulla necessità di un nuovo ‘patto’ tra uomo e natura, una relazione che nel reciproco rispetto salvaguardi l’uno e l’altra. È davvero un’utopia immaginare un equilibrio tra natura e cultura, tra sviluppo e conservazione, tra passato e futuro? Certo è che il contrasto evidente tra la commovente bellezza di queste montagne e le ferite ancora drammaticamente aperte degli insediamenti umani sul territorio evidenziano l’urgenza di riscrivere quel ‘patto’ attraverso formule che consentano una pacificazione tra la natura e gli uomini, una sinergia che permetta a entrambi di vivere e prosperare in armonia.
Mentre si moltiplicano i cantieri della (ri)costruzione è improrogabile una riflessione sui diversi e molteplici equilibri che è necessario instaurare. La natura è in queste terre tanto generosa di bellezza quanto difficile da abitare. È dunque indispensabile (ri)costruire muovendo lungo vie innovative ed allargando l’orizzonte limitato esclusivamente alle necessità umane.
Cultura e natura, tradizione e innovazione, resilienza e abbandono: la sfida che i territori del cratere del sisma del Centro Italia devono affrontare oggi è quella con cui l’intero pianeta è chiamato a confrontarsi e che diviene qui opportunità per gettare le basi di un futuro solido fondato non sull’equilibrio precario e fragile generato dalla tensione delle opposte esigenze, ma sull’integrazione sinergica di tutte le componenti che lo vivono.