Un’invasione jazz. L’estate della ripartenza a Tarquinia sta passando tanto dalla musica, sotto tante forme e in vari generi e stili: dalle iniziative private a quelle pubbliche, dai concerti ai dj set, un po’ a voler vivere sotto forma di suoni e allegria la voglia di ritorno alla normalità di cittadini e turisti.
E sin qui un ruolo di primo piano lo vive un genere ben preciso, che ha già visto avviarsi in città due rassegne estive e che sta generando un fenomeno quasi inedito in città. A promuovere appuntamenti con artisti di alto livello in ambito jazz sono infatti, quasi parallelamente, sia il pubblico che il privato. E Tarquinia, tra il centro storico, il Lido e Marina Velka, con una serie di concerti messi in rassegna dal Comune e altri ospitati da pubblici esercizi e locali, si ritrova uno spazio dedicato al genere come pochi altri luoghi, quanto meno nel centro Italia.
“In effetti stiamo sentendo e sentiremo a Tarquinia importanti realtà del jazz italiano – le parole di Francesco Pierotti, punto di riferimento cittadino del genere – e i primi riscontri dimostrano che queste scelte portano risultati, anche sotto forma di appassionati che dalle realtà limitrofe, Roma inclusa, scelgono la città per godersi artisti di fama nazionale e internazionale”.
Insomma, in un’estate che rilancia quanto intrapreso quasi come sperimentazione nell’inverno pre Covid, con il primo festival jazz a teatro, iniziando a tracciare la linea per una Tarquinia città del jazz, magari pensando già da ora a un nuovo appuntamento a teatro per l’inverno prossimo.
“Tarquinia città della musica e del jazz perché no? – le parole dell’assessore a cultura e spettacolo, Martina Tosoni – In questi ultimi anni questo tipo di eventi, grazie a dei festival di nicchia ma di altissima qualità, ha avuto una crescita importante in molte città italiane. Quello che ci aspettiamo da questa invasione di jazz, è portare anche Tarquinia a occupare uno spazio in questa offerta culturale, ritenendo di non aver nulla da invidiare a città come Orvieto o Spoleto dove già da moltissimi anni la sinergia tra amministrazione e attività commerciale si è consolidata proprio grazie ai festival di musica jazz”.
La forza della spinta, però, va oltre la scelta comunale e trova terreno fertile ed entusiasmo anche tra i privati. In particolare, nell’ambito di WeTarquinia, rete di attività che da qualche mese pone in essere sinergie di promozione e valorizzazione turistica e territoriale, è stato messo in piedi un calendario di appuntamenti jazz ospitate in vari locali della città.
“Nell’ottica di promozione del territorio che, come privati, abbiamo scelto di seguire, provando a unire le forze di varie attività e a fare rete, – spiega Tiziana Favi, a nome di WeTarquinia – pensiamo sia importante unire non soltanto le tipicità e le eccellenze enogastronomiche o commerciali, ma anche quelle artistiche e culturali. Da qui l’idea di una serie di concerti, ospitati da vari locali, che attiri in città persone che vogliano vivere Tarquinia a tutto tondo, godendola appieno anche nei suoi aspetti culturali e nel suo senso di eccellenza”.
Una linea che non si ferma alle realtà della rete, ma in generale si allarga al tessuto cittadino, con tanta buona musica che arriverà tra città e litorale grazie anche agli investimenti dei commercianti, indirizzati quest’anno, verso la scelta di artisti di livello nazionale, come nel caso della rassegna messa in piedi da L’Amo e curata da Marco Contestabile di cui parleremo nei prossimi giorni. “Che questa città, dopo un periodo così difficile, abbia scelto di aprirsi e investire sulla cultura è una cosa che reputo fondamentale, e che secondo me pagherà”, conclude Pierotti,e gli fa eco WeTarquinia: “Che Tarquinia possa essere un riferimento nella musica è un’idea che dà speranza ed entusiasmo”. “Gli etruschi d’altro canto erano un popolo di grandi musicisti – conclude Martina Tosoni – a noi resta il dovere di continuare nelle arti e nei mestieri di un tempo. Ringrazio tutti coloro che si stanno impegnando con l’amministrazione per ampliare l’attività musicale e culturale della città.”