Riceviamo dal PD di Tarquinia e pubblichiamo
Siamo ormai abituati ad apprendere dai giornali quello che succede al Comune di Tarquinia ma, lo
ammettiamo, la notizia della fuoriuscita (definitiva?) dalla Lega delle meraviglie del Sindaco Giulivi e di tutti
gli assessori e i consiglieri, ha provocato un certo fermento in questa pigra primavera tarquiniese.
Abbiamo concesso un tempo tecnico ai diretti interessati per intervenire e chiarire ma pare che Piazza
Matteotti sia diventata una fortezza da cui nulla trapela.
Non ci stupisce, in effetti, la modalità di questa transizione, tipico riflesso del modus operandi “giuliviano”:
si dimette il Sindaco, si dimettono tutti. Che poi, considerati gli incarichi ricevuti di recente da alcuni
esponenti dell’amministrazione, anche a livello provinciale, è probabile che questa “fuga” sia stata accolta
con più di qualche malumore.
Della Lega come partito, a Tarquinia, nessuno ha mai sentito parlare. Parla solo il “capo” e gli altri si
adeguano. Non una nota, non un comunicato da parte di nessuno: tacito assenso di un “gruppo” che ha
cavalcato l’onda di quel simbolo, oggi in caduta libera, proprio come questa amministrazione.
Quello che ci chiediamo è come verrà onorata la delega alla rappresentanza degli elettori che, proprio in
virtù dell’appartenenza alla Lega, avevano decretato la vittoria di Giulivi alle amministrative di due anni fa. A loro qualche spiegazione la deve senz’altro, quantomeno chiarire a quale porta andrà a bussare. Noi qualche idea ce l’abbiamo ma non vogliamo rovinare la suspance…