Riceviamo e pubblichiamo
Dal 6 al 28 maggio 2021 il Centro Trevi di Bolzano ospita il progetto Riccardo Dalisi – Forma Intervallo Spazio, promosso da Spazio5 artecontemporanea e Archivio Dalisi, a cura di Manuel Canelles.
L’iniziativa si articola in un importante percorso espositivo, inaugurato il 6 maggio, arricchito da una serie di laboratori didattici e creatici, performance partecipative e talk. La mostra sarà visitabile al Centro Trevi fino al 28 maggio 2021, mentre sarà sempre fruibile in visita virtuale sulla piattaforma dedicata al progetto (https://spazio5.org/dalisi), che verrà arricchita giorno dopo giorno di contenuti.
Doppio Compasso d’oro (1981 e 2014) Riccardo Dalisi è considerato tra i più rilevanti e radicali designer e artisti italiani: negli anni Settanta fonda, insieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, l’esperienza della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva il lavoro di quanti si identificavano con la cosiddetta “architettura radicale” intorno alle riviste Casabella e Spazio e società. Da sempre impegnato nel sociale, ha combinato ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più ad una espressione artistica che spaziava nel mitico, nell’arcaico e nel sacro, utilizzando materiali poveri con perizia artigiana. Il progetto ospitato dal Centro Trevi vuole approfondire, attraverso una riflessione sulla contemporaneità, la dimensione sociale svolta da Riccardo Dalisi negli anni ’70, la sua poetica di artista e designer e la sua profonda relazione con realtà marginali, quali ad esempio il Rione Traiano e le comunità artigiane di Rua Catalana, al fine di instaurare un ponte tra l’esperienza storica e le emergenze vive delle nuove generazioni e delle nuove povertà.
Come scrive il curatore, Manuel Canelles: “Dalisi è un viaggiatore che adotta una strategia di passeggio indeterminato che lo porta a muoversi in maniera casuale all’interno di più territori, lasciandosi andare alle sollecitazioni del terreno stesso, quasi un atto anarchico, dunque politico, in continua elaborazione di una cartografia non convenzionale. Allora, le opere degli ultimi decenni divengono archetipo di un viaggio senza approdo, interpellano una memoria antica, dove il racconto diventa mitico, un insieme decostruito di immagini simboliche, laterali, fotogrammi a volte quasi impercettibili. […] I progetti di Dalisi -siano essi declinati in design, pittura, scultura, animazione, azione collettiva, architettura- sembrano sostenere un colloquio misterioso e sospeso con i nostri segreti; costituiscono una garanzia di dibattito e di riflessione collettiva, permettendo a ciascuno di noi di amplificare il significato dei nostri confini e riflettere così sulla nostra identità. Dalisi trasforma i fantasmi che non vediamo (e anzi spesso rinchiudiamo) in ferita da toccare, carne da abbracciare e libera dal nostro intimo sepolcro un guizzo bambinesco antico. Scarabocchiando leggero sull’idea stessa di bello, buono e giusto che spesso accompagna i nostri giudizi.”
Per il finissage del 28 maggio si svolgerà, alle ore 18.00, il Talk “Soave. Riccardo Dalisi – L’esperienza del Traiano e il contesto della Global Tools”: tra i partecipanti Gianni Pettena, Luca Beatrice, Lorenzo Fiorucci, Ugo La Pietra, Umberto Panarella, Ira Palmieri, Fulvio Cutolo.