Nel tempo è un dettaglio divenuto tra le cose simboliche della città: i tetti di Parigi sono grigi, l’effetto che ne esce affacciandosi magari dalla collina di Montmartre scoprendo una distesa di tegole, lucernari e comignoli è strabiliante e assolutamente caratteristico. Talmente parte integrante del paesaggio urbano che per preservarne la peculiarità ne è stata avanzata da anni una candidatura a patrimonio mondiale dell’Unesco.
Ma perché proprio questo colore è diventato il simbolo della capitale francese? È sempre stato così? Iniziamo col dire che i tetti di Parigi non sono davvero tutti grigi, ma “solo” al 70%. Si tratta, infatti, di un connubio unico tra il grigio chiaro dello zinco e il grigio più scuro dell’ardesia! Anche i tetti della Madeleine o dell’Opera Garnier hanno un colore molto specifico, anch’esso caratteristico di Parigi, un grigio-verde chiaro che nasce dal rame, rosso alla base, che poi col tempo diventa verde.
Come spiega ParisZigZag, tutto iniziò a metà del XIX secolo, durante la trasformazione di Parigi da parte di Napoleone III e l’opera del barone Haussmann per allargare le strade, dare aria fresca ai parigini e modernizzare la città. I famosi edifici Haussmann spuntano come funghi nella capitale. Per i suoi tetti, il barone sceglie le lamiere di zinco: un materiale economico, facile da tagliare e installare. E soprattutto, un prodotto nuovo di zecca che rappresentava la modernità assoluta per l’epoca!
Questi materiali ultraleggeri consentono agli architetti di utilizzare pochi telai e quindi creare più spazi per l’abitante. Grazie a questa nuova tecnica, peraltro, si ricavano spazi abitabili proprio sotto i tetti che, quindi, non sono solo belli e tipici, ma anche innovativi e capaci di creare più spazio per vivere.