Riceviamo dal PD di Tarquinia e pubblichiamo
Un finale amarissimo per (l’ormai ex) assessora Marzoli: dopo il nostro comunicato stampa di alcuni giorni fa, i nostri consiglieri comunali hanno voluto chiedere conto – in consiglio comunale – del repentino cambio di posizioni della stessa in merito a compensazioni Enel ed osservatorio ambientale.
È qui che si consuma il dramma: non solo perde ogni briciolo di credibilità, quando le viene fatto notare pubblicamente come lei stessa in giunta abbia espresso voto favorevole allo schema di bilancio all’interno del quale sono annoverate le compensazioni Enel da lei sempre osteggiate, che a più riprese aveva dichiarato fossero “da restituire” (i famosi “soldi che puzzano di carbone” o “sporchi di sangue”), ma si lancia anche in un improbabile teatrino che le riesce malissimo: dichiara di essere venuta a conoscenza della delibera sull’osservatorio ambientale solo in concomitanza della convocazione del consiglio comunale (leggendola nell’ordine del giorno), poi in un intervento, citiamo “doloroso”, accusa i responsabili di questa “omissione” di mancanza di rispetto, mentre il Sindaco le fa notare che “lei ben sapeva che questo era l’orientamento della maggioranza quando è entrata” e che “forse ne doveva parlare prima di entrare”. Ci chiediamo: avrà votato “al buio” anche lo schema di bilancio? Non sapeva che c’erano le tanto odiate compensazioni? Dobbiamo credere agli asini che volano?
Insomma, ci saremmo tutti aspettati, seduta stante, le dimissioni dell’assessora. Invece no. È la stessa che addirittura ci dice che “non teme l’eventuale revoca delle deleghe da parte del sindaco” a seguito del dissenso appena espresso sul tema osservatorio ambientale. Non possiamo che condividere la considerazione del nostro consigliere Celli al riguardo: in queste circostanze è inconcepibile una posizione del genere, bisogna – per dignità – avere il coraggio di alzarsi dalla sedia e rassegnare le dimissioni.
Ed il più triste degli epiloghi si consuma, perché non bastava aver votato un bilancio che – tempo addietro – avrebbe etichettato “con i soldi dell’Enel dentro”, e questo – ex assessora – sappia che “rimarrà nella memoria collettiva”; non bastava nemmeno il non essersi dimessa per conservare un briciolo di dignità; a quanto pare non era sufficiente neppure l’essere voluta rimanere su quella poltroncina (probabilmente tanto agognata) a tutti i costi: si è addirittura “fatta cacciare”.
Ricapitoliamo: in due mesi è riuscita a rinnegare tutto ciò per cui ha combattuto per anni, ha ottenuto il posto da assessore esterno senza passare per il consenso elettorale, ha provato a riconquistare un minimo di credibilità, ma per rimanere attaccata allo strapuntino tanto agognato non ha avuto nemmeno la dignità di dimettersi. Non c’è che dire.