Si è conclusa nei giorni scorsi la fase di elaborazione dei dati di una nuova campagna di indagini non invasive condotta sulla Civita di Tarquinia nel mese di settembre 2020, su concessione della Soprintendenza, sotto la direzione del prof. Attilio Mastrocinque dell’Università di Verona. Ne dà notizia la stessa Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale.
Il risultato più importante è stato ottenuto in base alle misurazioni magnetometriche che, misurando il magnetismo in superficie, consentono di identificare eventuali strutture presenti nel sottosuolo. I dati emersi hanno permesso così di identificare una piazza rettangolare, con una fontana e una basilica annessa, probabilmente corrispondente all’antico Foro di Tarquinia. Anche il macellum, cioè il mercato di epoca romana, è riconoscibile, oltre a parti delle terme Tulliane, alcune abitazioni e l’impianto urbano del centro. Tutte queste strutture si trovano non lontano dall’Ara della Regina. Verso Nord-Est, invece, è stata identificata una strada che conduce ad una porta che si apriva nelle mura della città.
In realtà, queste indagini geofisiche non sono in grado di fornire di per sé la profondità delle strutture, né ovviamente di stabilire la loro datazione. Andranno pertanto tutte verificate mediante scavi archeologici e futuri approfondimenti di ricerca. Ciò nonostante, già questi primi, promettenti risultati forniscono dati affidabili e del massimo interesse per conoscere come era strutturato nell’antichità il centro di Tarquinia.