Riceviamo da Gianni Ginnasi e pubblichiamo
Il periodo che stiamo tutti vivendo – senza tema di smentita – è uno dei più restrittivi che si possano ricordare. E ce ne ricorderemo… eccome se lo ricorderemo!
Con la pandemia diffusa ormai da un anno in tutto il mondo, ci siamo trovati a rivedere forzatamente uno stile di vita che ci piaceva, soddisfaceva i nostri piccoli-grandi desideri e tutto sommato ci gratificava.
Poi, quasi all’improvviso, abbiamo dovuto allontanarci dagli altri, limitare gli incontri, e ci siamo dovuti « mascherare » per evitare – il più possibile – a noi e agli altri, eventuali, pericolosi contagi. Una bella serie di limitazioni, non c’è che dire, ma che tutti (più o meno) stiamo rispettando nella speranza che, così facendo, presto torneremo alla vita che ci siamo lasciati alle spalle e che ci manca molto.
In effetti quella che viviamo è tuttora una vita da « mascherati », che però, non ha nulla a che vedere con la mascherata allegria carnevalesca che dovrebbe accompagnare le gioiose giornate di questo periodo per piccoli e grandi! E’ un Carnevale quotidiano di « mascherati » rattristati, irritati, forse ribelli… che non vedrebbero l’ora di togliersi questa maschera per indossarne magari un’altra, senz’altro molto più divertente, una maschera che nasconde gli occhi e non la bocca, ma che rientra in un codice di gioco accettato, ricercato, reinventato con fantasia e messo in atto in questo periodo dell’anno.
La storia delle tradizioni popolari e culturali dell’umanità testimonia un’origine millenaria del Carnevale, riporta in auge – ad esempio – le maschere della Commedia dell’Arte Italiana che è stata l’origine di tante maschere tradizionali italiane e rafforza quel profondo desiderio di condividere con gli altri la gioia scherzosa, tipica di questo momento dell’anno.
Poi, finito il gioco del Carnevale, ci si toglie la maschera e la vita quotidiana ci aspetta come sempre… Quello che dobbiamo affrontare ora, però, è che la maschera che indossiamo ogni giorno, dovremo portarla ancora per un po’… non possiamo ancora toglierla e non ha certo la stessa valenza allegra e spensierata dell’altra più fantasiosa!
E allora, perchè non riproporre, ad esempio, la maschera di « Naso Rosso » rielaborata in versione teatrale in occasione di un passato Carnevale e magari – come accade per tanti teatri o sale da concerti in questi tempi – in versione online, di nuovo godibile e coinvolgente?
Ancora : se il periodo ci impone alcune restrizioni, possiamo comunque già immaginare e progettare un nuovo Carnevale che forse riusciremo a fare a Ronciglione in estate, perchè no?
Già sembra di vederlo : allegro, ricchissimo come sempre di trovate e maschere, ma questa volta le maschere che ogni Carnevale richiede e non altre! Un bel Carnevale della Notte con tanti giovani protagonisti ; la pattuglia degli Ussari lanciati al galoppo ad annunciare l’avvio dei festeggiamenti ; la partecipazione di un pubblico numeroso e gioioso, che non baderà al fatto di prendere parte ad un Carnevale in periodo estivo… l’importante sarà volerci essere, per non rinunciare a togliersi la maschera che indossiamo ora, e metterne una che rappresenterà il nostro desiderio di gioia e di vita serena insieme a tanti altri.