Riceviamo da Semi di Pace e pubblichiamo
Ci sono incontri che avvicinano gli uomini, le coscienze e le sensibilità. Incontri che superano le frontiere delle convenzioni e dell’ufficialità per diventare occasioni di condivisione, di memoria e di valori.
Questo è avvenuto nella Cittadella di Semi di Pace, a Tarquinia, l’otto febbraio, in un caldo primo pomeriggio quando Luca Bondi, Presidente di Semi di pace, ha accolto Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Assieme ai volontari e agli amici dell’Associazione erano presenti rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine, delle istituzioni scolastiche e dell’Associazionismo del territorio, in numero condizionato ed adeguato alle norme anti Covid. Un gruppo ristretto di loro si è recato nel memoriale della Shoah per una breve, ma intensa cerimonia nella memoria di quanti, attraverso quei carri ferroviari, hanno percorso il viaggio buio del dolore, del terrore e della morte. Successivamente la Presidente dell’Ucei, nata a Gerusalemme, ma romana d’adozione, con l’ausilio di Luca Bondi, del Vescovo Mons. Gianrico Ruzza e la Dirigente scolastica, Dott.ssa Laura Piroli ha messo a dimora un albero di ulivo a testimonianza dello storico incontro odierno e nel ricordo di Piero Terracina, e di tutte le vittime della Shoah. E’ stato un momento di intensa commozione che ha attraversato tutti i presenti, consapevoli dello straordinario lavoro dei volontari dell’Associazione che, in 40 anni, hanno aggiunto, all’antico cipresso esistente, unico baluardo vegetale della zona, tantissimi alberi, molti dei quali, piantati nel ricordo di persone importanti per storia e valori. Alberi che sono cresciuti, negli anni, come simbolo di immortalità del bene supremo che è la pace.
Nella sala interna poi l’incontro è proseguito con la visione di alcuni filmati sull’Associazione che hanno introdotto gli interventi di alcuni dei protagonisti della vita di Semi di pace e degli ospiti.
Le parole, del Vescovo della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, Mons. Gianrico Ruzza, della Dirigente scolastica, Dott.ssa Laura Piroli, del Presidente della Provincia di Viterbo, Dott. Pietro Nocchi, della Dott.ssa Elisa Guida, docente di storia contemporanea all’Università degli Studi della Tuscia, di Padre Paolo Maiello, assistente spirituale di Semi di Pace, non sono state mai formali, ognuno ha arricchito l’uditorio con elementi di condivisione e di speranza. Ciascuno ha messo da parte il protocollo per raccontare, con il cuore, l’importanza del vivere in pace, la gioia dell’unione, la bellezza del fratello pianeta, la ricchezza dell’incontro tra diversi. In tutti gli interventi sono stati tracciati percorsi di cammini comuni di sensibilità, fedi, religioni, nel nome della cultura dell’integrazione e della fratellanza universale.
La storia poi non poteva che essere centrale nei discorsi riguardanti la nascita e la progettazione del memoriale della Shoah, la cui genesi in ambito scolastico ha assunto contorni di grande emotività. Dai ragazzi dell’Iss Cardarelli di Tarquinia e dagli Insegnanti, sono venute idee di grande importanza per la progettazione e la realizzazione.
Tutti hanno parlato della bellezza dello stare insieme, nel ricordo di quanto accaduto e per fare in modo che l’orrore non debba ripetersi.
Lello Dall’Ariccia, scampato alla deportazione del ghetto ebraico di Roma, amico di Semi di Pace e di Tarquinia, ha ricordato la foto del bambino siriano, morto affogato, il cui cadavere fu immortalato riverso su una spiaggia del mar Mediterraneo. Dopo tre giorni di cordoglio in troppi hanno dimenticato e continuano a farlo, non opponendosi con rabbia e decisione alla strage del nostro mare e alla tragedia delle tendopoli dei migranti, arse dal fuoco ai confini con la nostra Europa.
Qualcuno ha parlato di San Francesco e del suo cantico, altri del dramma del commercio di uomini dei nostri giorni, altri ancora dei ragazzi delle scuole che ogni anno si immergono nel memoriale della Shoah, altri dell’accoglienza che non conosce frontiere, né razze, né religioni, altri della necessità di non abbassare lo sguardo e di non volgerlo dall’altra parte quando davanti a noi c’è qualcuno che soffre.
Una Noemi Di Segni, visibilmente emozionata, ha poi chiuso il suo discorso ricordando che la vita deve andare oltre la memoria, che dobbiamo imparare a vivere in serenità anche il nostro banale quotidiano. L’importanza di favorire occasioni di pacifica convivenza quali antidoti efficaci a derive di violenza. Un messaggio forte che viene dal massimo rappresentante, in Italia, delle comunità ebraiche.
Al termine dell’incontro, il presidente Luca Bondi ha consegnato alla Presidente Di Segni la chiave della Cittadella, Sede Centrale dell’Associazione, per testimoniare la decisa vicinanza alle realtà ebraiche italiane. A seguire, la nomina di Soci onorari di Semi di Pace, alla Dott.ssa Di Segni e al Dott. Lello dell’Ariccia.
I partecipanti si sono poi recati al vagone ferroviario, nucleo del Memoriale, per lasciare un lumino acceso, come segno di speranza per un mondo più giusto e solidale.
Prima di lasciare la Cittadella, la Presidente Di Segni, ha voluto riportare, nel libro delle visite, un messaggio che può ben sintetizzare l’intensità di un incontro storico per il cammino di Semi di Pace: “Anche una sola parola di testimonianza è raccolta e restituita. Avete seminato – con fatica, quotidiana – e io oggi vedo il raccolto. Grazie per il vostro dono. Grazie per quello che avete insegnato voi a me. Non solo oggi.”