52 anni fa, dal tetto della Apple Record – al numero 3 di Savile Row, a due passi da Regent Street e Piccadilly Circus, in pieno Mayfair a Londra – attorno a mezzogiorno iniziarono ad arrivare dei suoni che presto a molti suonarono familiari.
E così la zona si riempì in breve tempo di curiosi – tanto da far accorrere i bobbies – che, in quel momento, erano consapevoli di assistere a qualcosa di favoloso, ma non poteva immaginare che si trattasse di un evento a suo modo storico.
Su quel tetto, in quei 42 minuti circa, infatti i Beatles stavano esibendosi dal vivo per l’ultima volta, ma nemmeno John, Paul, Ringo e George ne erano probabilmente consapevoli.
Di certo, quel concerto pressoché improvvisato è oggi una pietra miliare della storia dei Fab Four e della musica in generale, una vera e propria icona tanto da rendere Savile Row una delle tappe del pellegrinaggio londinese dei fan a Londra, forse seconda solo alle strisce pedonali di Abbey Road.
“Get Back”, “Don’t Let Me Down”, “Dig a Pony”, “I’ve Got a Felling” e “One After 909” eseguiti da un gruppo che negli anni subito precedenti aveva cambiato la storia della musica e del costume, ma che già da qualche tempo mostrava al proprio interno le crepe che poco più di dodici mesi dopo avrebbero portato alla separazione ufficiale. Ma il goliardico auspicio con cui il sempre provocatorio John Lennon chiuse quella mattinata magica – “Vorrei ringraziare a nome del gruppo e di noi stessi e spero che abbiamo superato l’audizione” – chiude la partentesi pubblica del gruppo più celebre della storia della musica.