Riceviamo dal PD di Tarquinia e pubblichiamo
La risposta del sindaco alle doverose richieste di dimissioni fatte da PD, M5S e Movimento Civico per Tarquinia sono ridicole, e puntualizzarlo non dovrebbe essere neppure necessario.
Il primo cittadino si è cimentato in una serie di affermazioni improbabili e a dir poco opinabili:
1) Innanzitutto, esordire con “rispondo con serenità alle accuse di abusivismo”, come se si stesse parlando “per ipotesi”, è patetico. Se il sindaco le ritiene semplicemente delle accuse, allora vuol dire che, secondo la sua opinione, quanto contestatogli sarebbe tutto da verificare. Facciamola molto breve: parliamo di dati oggettivi, certificati dall’ordinanza del responsabile di settore n.164 del 25/11/2020 e che seguono i sopralluoghi effettuati dalla polizia giudiziaria. Il resto è “fuffa”. Per dirimere ogni dubbio, citiamo testualmente dall’ordinanza: “Ordina […] la riduzione in pristino dei luoghi, mediante la demolizione e gli interventi di ripristino degli abusi descritti in premessa. In sostanza: il sindaco dice una cosa, l’ordinanza un’altra. Ci siamo fatti un’idea su chi abbia ragione.
2) Gli abusi edilizi (commessi) – poi – secondo lui sarebbero “poco rilevanti”… Ve lo diciamo noi, non serve una laurea in matematica: se facciamo 2 conti sono 450mq di abusi edilizi. Lasciamo al libero pensiero di ognuno una valutazione sulla “rilevanza”.
3) Non pago, il sindaco Giulivi si smentisce da solo, dimostrando anche scarsa lucidità: prima bolla le nostre dichiarazioni come “accuse” (quindi solo noi riteniamo – alla luce di quell’ordinanza – che vi siano degli abusi?) poi li chiama “abusi non rilevati”, riconoscendo quindi che effettivamente degli abusi vi siano. Delle due l’una: o per il sindaco gli abusi ci sono, e le nostre sono ovvie constatazioni e richieste più che legittime, oppure per lo stesso gli abusi non ci sono e quindi ci aspetteremmo un ricorso avverso l’ordinanza, e non che – come invece dichiara – paghi la sanzione e provveda alla demolizione. Tertium non datur.
4) Sindaco, le facciamo presente poi che per i manufatti di cui al punto 1.1, 1.2, 4.1, 4.2 e 5 l’ordinanza recita (e riportiamo di nuovo testualmente): “definendo un manufatto fisso, senza caratteri di precarietà e non di facile rimozione”. Ne deriva che quanto sostiene, cioè che questi siano manufatti la cui “rimozione è di facile esecuzione”, sia una sua fantasiosa ricostruzione che non trova – tuttavia – riscontri nella realtà dell’ordinanza in questione.
5) Se una opposizione giustamente si “inalbera” – per usare un eufemismo – perché ritiene che il proprio sindaco dovrebbe comportarsi in modo decisamente differente, questo diventa sciacallaggio? Ci perdoni, ma non prendiamo lezioni di politica, tantomeno di bon-ton da lei, che oggi si sveglia e decide di voler anche passare da vittima, quando l’opposizione non ha fatto altro che renderle evidente un comportamento senza dubbio inopportuno per un primo cittadino. Non è il “quanto” ad essere il problema (un abuso rimane un abuso), sono piuttosto il modo ed il messaggio che sono sbagliati e scorretti. Questo vittimismo è sbagliato e scorretto!
Noi non possiamo rimanere indifferenti a fatti del genere, e nei confronti di chi ci tratta con superiorità, come a volerci dire: “io sono io, e voi…” Sarebbe ora di finirla con questi atteggiamenti arroganti: è assolutamente ingiusto ed inopportuno che dalla più alta carica cittadina passi il messaggio che tutto si possa sistemare pagando una sanzione, che se nessuno si fosse accorto di niente sarebbe andato tutto bene, facendo finta che non sia accaduto nulla di grave. Sindaco, ci siamo dovuti ricredere: pensavamo che l’illecito di per sé fosse un validissimo motivo per chiederle le dimissioni, ma la sua risposta non solo lo conferma, è anche esemplificativa della sua idea di etica e del modo che ha di rappresentare una comunità.
Lei – tra l’altro – ha trattenuto a sé la delega all’urbanistica e crediamo non sia eticamente corretto che il responsabile politico di quel settore sia chi compie abusi che invece dovrebbe reprimere. Se lei fosse stato un assessore, qualunque sindaco le avrebbe ritirato la delega, ma dal momento che il sindaco è lei, non può far altro che dimettersi.