Riceviamo da Arianna Centini (Movimento Civico per Tarquinia) e pubblichiamo
“La violenza è “uno dei tanti automatismi sociali importanti per mezzo dei quali le donne o per meglio dire il “genere femminile” viene relegato in una posizione di sottomissione. La natura di essere vittime della violenza è decisamente strutturale, ossia basata sul genere, una violenza molto più ampia che va oltre la donna ma soprattutto contro le soggettività LGBT, colpendo il genere umano a partire dalla sua identità e/o scelta di genere. Pertanto ritengo che, oltre che di violenza maschile contro le donne sia necessario parlare di violenza di genere.
Ancora a oggi il sistema giuridico italiano continua a riprodurre modelli sociali basati su sessismo ed eterosessualità. Coscienti tutti che l’inasprimento delle pene non risolve il problema del continuo diffondersi della violenza, tuttavia si continua nel tentare di tutelare le libere soggettività che non si conformano alla norma eterosessuale socialmente imposta e alla semplice divisione uomo/donna.
La violenza in questa società è decisamente strutturale, colpisce tutti, donne, gay, lesbiche, bisessuali, e chiunque si sottragga a questo “binarismo di normalità”, ancor peggio sistemica e quotidiana, spesso troppo subdola proprio perché denunciare queste violenze espone a nuove forme di discriminazioni e gli strumenti di difesa attuali sono insufficienti, ma è anche invisibile perché non è agita solo da singoli individui omofobi, ma si traduce in esclusione, disuguaglianza economica e sociale. Per questo credo che la lotta e le battaglie debbano essere incentrate pe un riscatto e per una liberazione culturale delle relazioni dalla visione soffocante e prepotente del patriarcato e per l’accesso materiale all’autodeterminazione per tutte le soggettività attraverso educazione, salute e parità di reddito.
Per ciò devono aumentare i “centri per il sostegno delle vittime di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere” previsti dalla Legge Zan!
Troppo spesso le vittime di violenza se denunciano vengono sottoposte ad un doppia macchia. A partire dai nostri corpi sappiamo che non ci sono verità nel sesso biologico, ma condizioni materiali di oppressione che su quel sesso si costruiscono. Non bisogna negare che esistano forme di violenza rivolte a chi compie scelte di genere che non rientrano nei ruoli prescritti da questa società patriarcale.
Nessuna donna sarà mai libera dalla violenza se la violenza continua a colpire chi quotidianamente lotta per cambiare le cose, per praticare una libertà dalle identità imposte, per sovvertire le logiche patriarcali e razziste dello sfruttamento.
A conclusione chiediamo al Sindaco del nostro Comune e alla sua Giunta di collocare su una piazza del nostro paese non solo una panchina “rossa” ma al suo fianco anche una panchina “arcobaleno”!
Arianna Centini
Movimento Civico per Tarquinia