Riceviamo dal PD di Tarquinia e pubblichiamo
La questione della chiusura totale delle scuole a Tarquinia richiede chiarezza da parte dell’amministrazione comunale, ad oggi senza dubbio carente dal punto di vista della comunicazione alla cittadinanza.
L’unico comunicato stampa pervenuto sulla faccenda da parte di chi è chiamato ad amministrarci risale a due settimane fa, e non contribuisce a chiarire la situazione: si parla di un generico numero di classi in quarantena, ma non è chiaro come queste siano distribuite.
E’ lecito dunque chiedersi sulla base di quali dati o informazioni si sia giunti ad una soluzione così drastica e generalizzata – la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado – senza prendere eventualmente in considerazione chiusure selettive. Ricordando poi che questa stessa amministrazione non si era dimostrata così sensibile al problema del rischio assembramenti e contagi, quando doveva occuparsi di mercatini e trenini vari.
Gli studenti hanno diritto a ricevere una adeguata istruzione, è la nostra Costituzione a stabilirlo. E’ chiaro poi che tutti vogliamo che alunni ed insegnanti possano lavorare in un ambiente sicuro: per questo motivo riteniamo doveroso che il Comune si adoperi affinché le scuole del territorio ripartano in sicurezza, allo scadere dell’ordinanza del Sindaco, mettendo in atto strategie di comunicazione efficaci ed efficienti con gli organi preposti: Asl e scuola che devono necessariamente agire in concreto per garantire alle famiglie, soprattutto a quelle in difficoltà, serenità e possibilità di organizzazione.
Ciò detto, dal momento che questa amministrazione si è presa la responsabilità di una scelta tanto drastica, riteniamo fosse responsabile anche di creare le condizioni più favorevoli possibili allo svolgimento della didattica a distanza: è a conoscenza, questa amministrazione, del fatto che – ad oggi – ci sono ancora molte famiglie in difficoltà per quanto riguarda la fruibilità della DAD? Che ci sono famiglie che non dispongono di dispositivi sufficienti a far frequentare le lezioni a distanza a tutti i figli, e che così ci ritroviamo con alunni non in grado (o solo parzialmente) di seguire le lezioni? Che solo con molta difficoltà, sarà possibile recuperare i gap a livello d’istruzione che si stanno creando in questo periodo? E’ in grado di riconoscere che frequentare delle videolezioni via cellulare (nella migliore delle ipotesi, in alcuni casi) è a dir poco faticoso e difficilmente produttivo?
Chiediamo, dunque, che questa amministrazione stanzi immediatamente dei fondi a sostegno delle famiglie più in difficoltà, in modo che tutti gli alunni, nessuno escluso, abbiano a disposizione gli strumenti tecnologici per far fronte a questa modalità didattica, in attesa di tornare in presenza e nell’eventualità in cui tornasse necessario ricorrervi.
Lo diciamo senza mezzi termini: allo stato attuale queste sono priorità, e non possono essere ignorate. Ci sono tante spese che si possono rimandare, questa no. E non veniteci a raccontare favole come “i soldi non ci sono”, perché da Stato e Regione Lazio i finanziamenti sono arrivati. Se non bastasse, sapete quanti tablet possono essere acquistati con i 18.000 € del murales? Circa 120. Il senso delle priorità. E non crediamo di dover aggiungere altro.