“Siamo un gruppo di genitori della Città di Tarquinia che vuole dar voce a quanto accaduto ai nostri figli frequentanti la scuola dell’infanzia, nella fattispecie 3°C plesso “L. Leoni” dell’Istituto Comprensivo “Ettore Sacconi”: esordiscono così, in una lettera inviata al Prefetto di Viterbo 36 genitori, che per conoscenza hanno indirizzato il documento anche al Ministro dell’Istruzione, al Presidente della Regione Lazio, al Provveditore agli Studi di Viterbo, al Sindaco di Tarquinia, alla dirigente scolastica dell’ICS “Ettore Sacconi” e al Direttore Generale ASL Viterbo”.
“Una premessa risulta doverosa: – continua la lettera dei genitori – riteniamo fondamentale garantire ai nostri figli un idoneo diritto allo studio ma ci troviamo costretti a denunciare pubblicamente l’inadeguatezza dei protocolli adottati all’interno dell’istituzione scolastica, nonché alla mancata comunicazione tra gli organi preposti e coinvolti in questa vicenda”.
I firmatari passano quindi a esporre la loro versione dei fatti. “In data 22 ottobre u.s., i nostri figli sono entrati a contatto con una insegnante risultata positiva al Covid-19 a seguito di tampone molecolare; della notizia ne siamo venuti a conoscenza tramite fonti esterne e non da canali ufficiali. Dalla data del 22/10 sono trascorsi poi molti giorni, nel silenzio, tenendo le famiglie all’oscuro di quanto si era verificato in ambiente scolastico. Tanto che i bambini hanno continuato a frequentare le lezioni in presenza fino a venerdì 30 ottobre, data in cui il Sindaco Giulivi ha emesso la tanto discussa ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado”.
“In data 2 novembre, – continua la lettera inviata al Prefetto – abbiamo inoltrato una PEC con richiesta di spiegazioni; a questa, non seguiva una conforme e rituale risposta con adeguato mezzo tracciabile ma tramite una telefonata ad uno dei genitori della classe de quo con la quale si spiegava come la scuola non ha poteri fin quando non arrivino comunicazioni ASL quale organo preposto alla valutazione delle criticità. Nella stessa sera, tramite messaggio whatsapp sulla chat della classe, le maestre comunicavano la misura della quarantena di tutta la classe dal 3 novembre al 6 novembre”.
“La mattina seguente – continuano i genitori – il 3/11 quindi, dopo ulteriore istanza di un genitore alla scuola, soltanto lui riceveva una email dalla quale veniva a conoscenza che la misura della quarantena era intervenuta già dal 24 ottobre e fino al 6 novembre. La suddetta email recita così: “facendo riferimento alla disposizione del dipartimento di prevenzione, equipe COVID-19 scuola sicura, pervenutaci in data 30/10 e protocollata dai nostri uffici in data 02/11/2020 con protocollo n. 4655/A36, si dichiara che gli alunni della sezione C plesso Leoni sono in quarantena dal giorno 24/10/2020 al 06/11/2020”: Sottolineiamo come ad oggi 4 novembre, nessun altro genitore della classe ha ricevuto questa comunicazione ufficiale”.
“I ritardi verificatisi in questa vicenda sono oggettivamente inaccettabili! – l’opinione espressa dai genitori firmatari – La ASL comunica una quarantena, a detta della scuola, il 30 ottobre ma che sarebbe dovuta partire il 24, mentre invece erano tutti tranquillamente in classe, senza mascherina (come da DPCM poiché di età inferiore a 6 anni), con il perdurare di atteggiamenti omertosi da parte della dirigenza scolastica”.
“Vogliamo rimettere tutto questo alla Sua attenzione, – continua la lettera – insieme ad altri genitori di bambini frequentanti altre classi a cui è stato riservato lo stesso trattamento reticente, poiché ne va della salute pubblica e non si può accettare le che dei bambini entrati a contatto diretto con un positivo possano essere abbandonati tra le lungaggini di un sistema che non corre veloce quanto il virus e che pertanto non garantisce né la salute dei nostri figli né delle famiglie coinvolte. Vogliamo far tornare a scuola i nostri bambini ma non in queste condizioni! Vanno rivisti i protocolli oppure attuare al meglio quelli esistenti, senza colpevoli ritardi nelle comunicazioni e nelle effettuazioni dello screening”.
“In conclusione, – termina il documento prima della firma dei 36 genitori – possiamo dire che la scuola si è dimostrata NON SICURA, con un contact tracing ormai saltato, non idonea al contenimento del virus e per questi motivi riteniamo meritoria qualunque azione fino ad ora intrapresa necessaria a fermare l’effetto-domino ormai innescato all’interno delle classi, per riuscire a riaprire in condizioni di effettiva sicurezza al termine di queste tre settimane”.