Riceviamo da un lettore e pubblichiamo
Cara Redazione, come successo in altre occasioni affido a voi la voce spuntata di un concittadino.
Post dpcm del prossimo 6 novembre non posso non notare con attenzione l atteggiamento zelante della nostra amministrazione. Ci sta, di questi tempi si proteggono le persone. Scelte estreme portate avanti da una razio a volte non ben definibile per la sua tempistica e per il suo raggio d azione. Tale é nel nostro piccolo comune che ha portato alla serrata delle scuole, tutte. Una posizione più stringente delle attuali norme. Siamo messi in tal senso, peggio delle Regioni in zona Rossa.
Va bene, pensiamo alle persone, facciamo di tutto….facciamolo. C’è un ma…. almeno il mio e mi spiego. Siamo una famiglia con 3 figli scolarizzati e due genitori lavoratori. Uno dipendente e l altro con un lavoro atipico, tradotto, pagato solo se lavora per intenderci. Il 2020 ha prosciugato ogni tipo di permesso retribuito ed uno dei due rimarrà a casa a badare ai figli. Optare per i nonni di questi tempi non mi sembra una via percorribile.
Ora mi e vi chiedo: se con tanto zelo abbiamo deciso di percorrere la strada della protezione per la gente superando per vincoli le direttive nazionali, perché con altrettanto zelo non si é provveduto a difendere le persone da un problema economico collaterale? Prevedere un’ integrazione, una sorta di ammortizzatore per quelle persone che possano documentare la propria situazione e da un anno provvedono con i propri risparmi?
Lettera firmata