Riceviamo dal Comitato 3 motivi per il NO della Tuscia e pubblichiamo
Il prossimo 13 settembre, a partire dalle 10 e poi nel pomeriggio dalle 16 e 30, il Comitato 3 Motivi per il NO della Tuscia ha organizzato un presidio, nel rispetto delle normative e dei regolamenti di sicurezza per il contenimento del nuovo Coronavirus, a Tarquinia presso piazza Cavour (davanti al Teatro) al fine di informare e sensibilizzare i cittadini sui rischi della nuova riforma costituzionale e promuovere le ragioni del “NO” al referendum.
Ci sono molti motivi per rispedire al mittente questo ennesimo attacco alle istituzioni repubblicane.
Ce lo hanno giustificato col “risparmio”. Ma, a prescindere dal fatto che “risparmiare” sulla democrazia significa lasciare campo libero ai finanziatori privati con conseguente ricatto permanente nei confronti degli eletti, ridurre la rappresentanza democratica porterà una cifra irrisoria: su 800 MILIARDI di euro annui complessivi di spesa pubblica italiana i “risparmi” saranno appena 50 milioni, meno di un caffè all’anno per ogni italiano. A fronte dei gravi rischi, ne vale davvero la pena? Invece, chi propone la “riforma”, si guarda bene dal tagliarsi stipendi e benefit.
Ma questo è il meno.
Tagliare gli eletti lascerà senza rappresentanti milioni di italiani, soprattutto quelli che, come noi, vivono nelle aree di provincia o nelle piccole città, che diventeranno “cittadini di serie B” nei confronti di chi abita nelle grandi città (dove si concentrerà la maggioranza dei seggi). Quindi, non avendo voce in capitolo su nulla, i non rappresentati subiranno con molta più facilità tagli ai servizi pubblici, assenza di investimenti ed imposizione di progetti speculativi e pericolosi perché, con il loro voto, non potranno più eleggere chi li rappresenta e di conseguenza nemmeno potranno più “punire”, alle successive elezioni, i parlamentari che si sono comportati male.
Inoltre, ridurre la rappresentanza sarà l’ennesimo regalo alla casta.
Ciò avverrà perché si ridurrà la dimensione (ma non il numero!) dei gruppi parlamentari. Questo significa che, da un lato, segreterie di partito, lobby e gruppi di interesse privati avranno totale potere e controllo sul loro operato (meno sono e più si controllano), imponendo leggi per fare i propri interessi e non quelli popolari. Dall’altro, riducendosi anche le liste elettorali, entreranno i peggiori, cioè i fedelissimi al partito oppure coloro i quali, grazie a ingenti finanziamenti privati o voti clientelari, potranno imporre la propria candidatura a scapito di persone oneste ma senza mezzi economici.
I nostri territori sono già adesso sotto-rappresentati e da parecchi anni. Se passasse questa riforma la situazione si aggraverebbe in maniera irreversibile e devastante. Ma il NO non deve essere solo a protezione della legalità democratica. Bocciare questa riforma servirà anche a reclamare un cambiamento di rotta al fine di ricostruire una vera rappresentanza popolare e dare piena attuazione alla Costituzione.
Non facciamoci fregare, non consentiamogli di distruggere e saccheggiare ulteriormente i nostri territori. Non facciamogli calpestare la Costituzione scritta col sangue di tanti italiani. Vi aspettiamo il 13 settembre, la mattina dalle 10 e e poi il pomeriggio dalle 16 e 30 in piazza Cavour, davanti al teatro, a Tarquinia.