Riceviamo dalla Guardia di Finanza – Comando Provinciale di Viterbo e pubblichiamo
I finanzieri del Comando Provinciale di Viterbo, nel corso dei mesi di lockdown, hanno predisposto e posto in opera un complesso e sistematico piano di monitoraggio del territorio di competenza teso a verificare la presenza di siti dedicati all’illecito stoccaggio di materiali di risulta e rifiuti di vario genere, nonché di verifica delle modalità operative con cui tali siti sono gestiti.
Al di là dell’ovvio interesse sotto il profilo della tutela del patrimonio ambientale e della salute dei cittadini, infatti, la gestione delle aree devolute allo stoccaggio di rifiuti assume estrema rilevanza con riguardo ai possibili sviluppi fiscali e dal punto di vista strettamente economico – finanziario.
Ogni impresa che conduce un’attività di questo tipo, ad esempio, deve per Legge assicurare di accumulare periodicamente una parte dei propri guadagni a beneficio del cd. “fondo post-mortem”, necessario per garantire la comunità che la ospita sulla effettiva capacità di sostenere i costi conseguenti al mantenimento del sito dopo la sua chiusura. Data la particolare tipologia di attività svolta, inoltre, in aggiunta all’ordinaria tassazione prevista per l’esercizio di impresa, vi è obbligo di calcolare e versare la cd. ecotassa dovuta alla Regione nonché i tributi all’Ente locale preposto, anche in base alle superfici effettivamente occupate.
Nel corso dei predetti interventi sono state riscontrate diverse irregolarità all’interno di aziende che gestiscono i rifiuti speciali e pericolosi ed individuate numerose discariche abusive a cielo aperto, alcune delle quali situate in aree di particolare pregio dal punto di vista storico-naturalistico.
Complessivamente, dal mese di marzo 2020, sono stati sequestrati quasi 40.000 mq di 7 aree utilizzate come vere e proprie discariche, nelle quali sono state rinvenute tonnellate e tonnellate di rifiuti, materiale di risulta e, in alcuni casi, rifiuti speciali e pericolosi. Fra le tipologie più comuni sono stati riscontrati autovetture e parti delle stesse, pneumatici, macchinari vari di aziende, elettrodomestici dismessi, materiali per pavimentazioni e molto altro.
I militari della Compagnia alla sede hanno dunque constatato violazioni fra le quali il divieto di abbandono di rifiuti a norma dell’articolo 192 del D.lgs 152/2006, nonché il deposito incontrollato di rifiuti di cui all’art. 256 del medesimo decreto e la combustione illecita di rifiuti di cui all’art. 256 bis. Le suddette violazioni hanno comportato i sequestri delle aree attenzionate e, in alcuni casi, anche la rilevazione di fattispecie penali.
Le attività di servizio sul territorio hanno coinvolto in prima linea l’aliquota di finanzieri Pronto Impiego della Compagnia di Viterbo (i c.d.“baschi verdi”), che hanno così messo a frutto le quotidiane attività di pattugliamento della provincia finalizzate a verificare il rispetto delle prescrizioni relative al contenimento del virus, ed i militari del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia, che ha in dotazione gli elicotteri cui compete la vigilanza sul territorio delle regioni Lazio ed Umbria.
Nel caso di specie, la sinergia tra i due reparti del Corpo si è rivelata imprescindibile in quanto, in alcuni casi, solo attraverso il sorvolo aereo è stato possibile avere l’esatta percezione dell’entità, dell’estensione e dell’effettivo contenute delle aree di discarica. Il nuovo modello di elicottero AW139, in particolare, oltre ad un’autonomia straordinariamente ampia, vanta una dotazione di sistemi di avvistamento e scoperta tecnologicamente all’avanguardia che permette, anche in tempo di notte, con i sensori termici, di avvistare depositi di rifiuti non autorizzati di particolare rilevanza dal punto di vista fiscale ed economico – finanziario, non dimenticando che tale attività è tesa anche a salvaguardare la salute dei cittadini e dell’ambiente.