Riceviamo dal Comune di Tarquinia e pubblichiamo
Si è conclusa poco fa la conferenza di servizi prevista per oggi, sul procedimento di V.I.A. per il progetto dell’impianto di recupero Energetico di Tarquinia.
In una stanza virtuale utilizzata per le conferenze dei servizi dalla direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti area valutazioni d’impatto ambientale, alla presenza degli enti, dei comuni limitrofi, degli uffici regionali, della società proponente, delle associazioni e dei cittadini interessati, il comune di Tarquinia ha ribadito il proprio NO alla realizzazione dell’impianto.
Il parere tecnico è stato espresso dall’avvocato Noemi Tsuno, che ha ribadito tutti i motivi posti a fondamento del parere negativo espresso dal comune di Tarquinia, peraltro già esplicitati nelle osservazioni presentate nel relativo procedimento incardinato presso la Regione Lazio.
Preliminarmente ha ribadito che il progetto proposto è relativo ad una industria insalubre di 1° classe, che dunque produrrebbe sostanze “pericolose alla salute degli abitanti” e che “debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni”, condizione che non può essere rispettata in ragione della collocazione dell’impianto in un’area dove è presente un polo logistico Conad che gestisce beni alimentari e per la quale sono previste dal Piano di lottizzazione future attività commerciali.
L’Avvocato ha, inoltre, richiamato il negativo parere della ASL di Viterbo, la quale rileva le plurime criticità dell’impianto anche e soprattutto con riferimento alla pericolosità per la salute umana nonché ha ulteriormente evidenziato come la stessa Regione Lazio nelle risposte alle osservazioni proposte dalla A2A relativamente all’Aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio, ha confermato “la volontà della Regione Lazio di non realizzare ulteriori capacità di termovalorizzazione” e ribadito che “le ceneri volanti sono assai costose e pericolose da gestire e smaltire”.
Da ultimo ha rappresentato come la stessa Regione evidenziava che l’impianto è a soli 200 metri da una Zona di Protezione Speciale (Comprensorio Tolfetano – Cerite – Manziate) e pertanto l’analisi di Livello II presentata dalla A2A – che non fa altro che riproporre quanto aveva già riportato nell’analisi di livello I – non è in alcun modo sufficiente per addivenire ad un positivo parere relativamente alla Valutazione di Incidenza Ambientale.
Poco prima della conclusione , è intervenuto il Sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi il quale ha richiamato e sottolineato a chiari toni l’impegno assunto nel Consiglio Comunale Congiunto dei Comuni di Tarquinia e Civitavecchia di agosto 2019, il totale dissenso e contrarietà del Comune a tale impianto e all’apertura di qualsiasi tipo di impianto che comporti l’incenerimento di rifiuti su tutto il territorio del comune di Tarquinia, e in quanto massima autorità sanitaria la ferma volontà di “diminuire i carichi inquinanti, e, facendo ricorso al principio di precauzione, di non autorizzare impianti impattanti, affinché venga garantito il diritto alla salute dei cittadini rispetto a qualsiasi altro interesse privato”.