Riceviamo da Mauro Mazzola e pubblichiamo
Ancora una volta i cittadini vengono male informati e manipolati da false notizie da parte di forze politiche “false populiste”. Ma la cosa più sconcertante sono i toni trionfalistici sia di alcuni amministratori siano essi in carica no. Parlo della sentenza del TAR Lazio sul ricorso presentato da alcuni Comuni che si sono visti commissariare dalla Regione Lazio, la quale ha così applicato poteri sostitutivi per i trasferimenti dei servizi idrici integrati al gestore unico TALETE.
I Comuni non vogliono essere commissariati perché avevano già avviato la procedura di entrata in Talete. I Comuni ricorrenti avevano scelto la forma associativa della” convenzione di cooperazione” affidando la gestione del servizio idrico integrato a Talete, ex l.r. N. 6/2006. Talete a sua volta nel 2019 ha definito il cronoprogramma di presa in carico dei Comuni ancora non gestiti dalla stessa, nel periodo dal 2019 al 2021. La Regione Lazio invece deliberava nello stesso anno 2019 l’applicazione dei poteri sostitutivi nei confronti dei comuni per il trasferimento del servizio idrico integrato a Talete mediante la nomina di un commissario ad acta.
A questo punto i comuni presentarono ricorso contro l’Atto Regionale ritenuto illegittimo e persecutorio.
Alcuni passaggi, essenziali per capire, del ricorso presentato da parte dei Comuni dove si evincono chiaramente le motivazioni:
- i comuni già decisi e che attendevano di cedere il servizio idrico a Talete si sono visti commissariare dalla Regione Lazio, con conseguente aggravio di spese, come scritto nel ricorso, e aggiungo io, perdendo il potere contrattuale nella fase della trattativa.
- I Comuni ritenevano una soluzione più adeguata commissariare Talete per accelerare la presa in carico del servizio, invece dei Comuni stessi che attendevano di essere presi in carico.
Un ricorso molto articolato, ma questo in sostanza il ricorso vinto dai Comuni al TAR del Lazio. I Comuni vogliono gestire da soli l’ingresso in Talete. Ormai sono consapevoli che sono obbligati a cedere il servizio idrico a Talete.
Consapevoli perché, nel 2017, il TAR e poi il Consiglio di Stato, con sentenza definitiva numero 2913 del 2017 che recita testualmente: “le forme di cooperazione basate su convenzioni stipulate ex l.r. N. 6/2006, come nella specie, appaiono valide sicché rimane l’obbligo dei Comuni stipulanti di affidare le infrastrutture idriche al gestore del servizio,” rigettava il Ricorso dei Comuni che non volevano cedere il proprio servizio idrico a Talete. Quindi perdevano definitivamente i Ricorsi e venivano obbligati alla suddetta cessione.
Tutti questi Comuni avevano, precedentemente, scelto la formula delle forme di cooperazione e quindi quella di passare, con un cronoprogramma che doveva stilare Talete, i propri servizi idrici. In definitiva l’attuale ricorso vinto, annulla la nomina del commissario ad acta e lascia nelle competenze Comunali la GESTIONE tecnico amministrativa della cessione del servizio idrico da parte dei comuni a Talete .
Quindi, cosa sono questi toni trionfalistici? Certo, il Comune di Tarquinia, cedendo il proprio servizio idrico ha anticipato tutte queste sentenze, negative per i Comuni e ha così evitato il commissariamento nonché un altro ricorso.
Quindi sono orgoglioso di aver fatto in modo che il comune di Tarquinia tramite la mia amministrazione abbia:
- evitato tutte le sentenze negative e risparmiato soldi dei cittadini in avvocati e spese per sentenze perse,
- avviato una lunga trattativa dove è stato possibile avere maggiori risparmi su lavori straordinari;
- Ricordo che il comune doveva ogni anno ripianare con nuovi fondi, perché la differenza tra l’acqua erogata e quella che risultava consumata e pagata dagli utenti era enorme. Tra perdite normali e quelle di “guasti a contatori, tubazioni allungate, disguidi ecc”. Adesso quei fondi restano al comune;
- Voglio ricordare, con soddisfazione, che la mia amministrazione è stata la prima ad acquistare e dotare il servizio idrico, durante l’emergenza dell’arsenico, di una batteria di filtri purificando la nostra acqua dall’arsenico riportando i parametri a norma di legge. Purtroppo la manutenzione annuale pesava sulle casse del comune per molti migliaia di euro. Anche questo è stato un motivo determinante.
- Riguardo tutta la complessa depurazione dei nostri liquami; avevamo timore che, con il pochissimo personale e in vista di nuovi pensionamenti, non saremmo riusciti più a garantire la perfetta sicurezza e depurazione delle acque.
- In quel periodo abbiamo fatto delle proiezioni per verificare quanto sarebbe aumentata la bolletta dell’acqua e ci siamo resi conto che sostanzialmente sarebbe rimasta invariata. Certo che ogni utente sarebbe dovuto restare dentro il quantitativo della fascia contrattuale che aveva scelto e non andare in esubero. Anche risparmiare l’acqua è importante per l’ambiente.
Inoltre , finiamola con la barzelletta della gestione pubblica. Le fonti di approvvigionamento delle acque devono restare pubbliche (pozzi, sorgenti ecc..) e fino a qui siamo d’accordo. Ma per quanto riguarda la gestione, i Comuni, senza nuove assunzioni di personale specializzato, non riescono a garantire servizi efficienti.
Sono anni che i Comuni si avvalgono, per la manutenzione, la lettura dei contatori e altri interventi, della collaborazione dei privati, appaltando alcune zone strategiche (si stima il 90% degli interventi). Un servizio idrico complesso come quello di Tarquinia non è gestibile direttamente dal Comune senza assunzioni di personale specializzato e dedicato, ma purtroppo c’è il blocco delle assunzioni. Come si può gestire il servizio più importante di un Comune senza personale e fondi da anticipare?
Quando il nostro comune è entrato in Talete, secondo Normativa poi confermata dal Consiglio di Stato, in servizio era rimasto un solo elettricista e tre addetti al depuratore, mentre tutti gli altri operai erano andati in pensione. Perché prendere in giro i cittadini? Sembra quasi sia diventato un gioco quello di contestare Talete.
Secondo chi ha la maggioranza, sia nei Comuni che in Provincia, cavalca l’onda del populismo. Facile dire ai cittadini paghiamo meno tasse. Più difficile far funzionare i servizi. Talete non è una scatola vuota, è formata da tanti dipendenti professionali capaci, impegnati, che hanno famiglia e una dignità. Sicuramente la parte politica si deve impegnare ad amministrare la società in modo più professionale, oculata, risparmiando e riorganizzandola. Una buona amministrazione. I Sindaci applichino il controllo analogo, una forma di verifica continua di buona Amministrazione. Sicuramente se tutti i Comuni entrassero in Talete e cominciassero a collaborare lasciando a casa i giochi e gli interessi politici, la società ne beneficerebbe e sicuramente potrebbe iniziare a sanare i bilanci.
Quindi basta insistere su argomenti di facile presa sulla “pancia delle persone”, che già hanno molti problemi ma aiutiamoli anche con il semplice controllo dei contratti e delle bollette. Come hanno fatto alcuni ex consiglieri di opposizione che prima criticavano, poi una volta in maggioranza e verificato la giusta decisione di entrare in Talete si sono complimentati.
Poi questi gruppi politici facili ad accusare imparino a leggere le sentenze del TAR, controllino chi era Sindaco quando è nata Talete e chi ha firmato la convenzione ex l.r. 6/2006. Perché in questo momento di grossa difficoltà generale, non ci si concentra su un altro argomento importante per lo sviluppo e l’economia del nostro territorio? L’urgenza di costruire la trasversale nel tracciato giusto senza devastare la valle del Mignone con il tracciato verde? Parlo Soprattutto del gruppo 5 stelle che ha tra le sue fila due Sottosegretari all’infrastutture. Infine, sono sempre pronto ad un confronto pubblico sulle scelte tecniche ed amministrative fatte dalla mia Amministrazione Comunale su tutto il ciclo delle acque.
Mauro Mazzola