Riceviamo da Marzia Marzoli e pubblichiamo
Dall’ordinanza della Regione Lazio ai sensi dell’articolo 32, comma 3 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica, ci aspettavamo maggior chiarezza.
Dalle prime notizie, la delibera non aggiunge nulla rispetto al testo del DPCM del 10 Aprile del 2020 che all’art. 2 del comma 12 precisa che per le attività produttive sospese è ammesso, previa comunicazione al Prefetto, l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione. È consentita, previa comunicazione al Prefetto, la spedizione verso terzi di merci giacenti in magazzino nonché la ricezione in magazzino di beni e forniture.
Le imprese turistiche e balneari interessate dalla delibera non hanno ben chiaro quali siano le attività di manutenzione comprese, per esempio gli allestimenti sugli arenili e il montaggio di strutture amovibili e stagionali.
Una chiarezza che altre Regioni d’Italia hanno messo nero su bianco, Emilia Romagna, Liguria, Veneto e Abruzzo, che nel testo hanno esplicitato con maggior chiarezza, quali siano i lavori autorizzati sugli arenili in concessione, come la preparazione della spiaggia in previsione della stagiona balneare.
Nei prossimi giorni invieremo una richiesta di chiarimento alla Regione Lazio, perché è fondamentale avere la certezza degli interventi compresi nell’ordinanza.
L’ordinanza Regionale così come il DCPM del 10 Aprile rimandano al 3 Maggio le decisioni sull’eventuale apertura delle attività produttive, sarà decisivo sul futuro di tutte le imprese turistiche d’Italia.
Come cittadini e come imprese, abbiamo fatto il nostro dovere, chiudendo le attività, con costi enormi in termini economici e in termini di sacrificio dei dipendenti, rimasti senza lavoro, ora ci aspettiamo lo sforzo del governo nel rimetterle aziende nella condizione di sopravvivere.
Il comparto turistico e balneare è legato a doppio nodo a tutto l’indotto, della Regione, che conta migliaia di attività legate alle presenze turistiche, che seppur ridimensionate e regionalizzate, potranno sostenere l’intera economia.
Sulle fantasiose soluzioni degli allestimenti in spiaggia, abbiamo chiarito, anche a livello nazionale, che non saranno prese in considerazione, non idonee per assicurare l’impatto benefico dell’aria di mare.
Crediamo fermamente che venire al mare sarà una terapia benefica, come lo è da quando esistono gli stabilimenti balneari, nati per risanare, continueranno ad essere essenziale per la ripresa della salute e dello spirito, che ora sarà assicurata dalle distanze e dal rispetto delle disposizioni che indicherà l’autorità sanitaria dopo il 3 Maggio.
Riceviamo continuamente attestati di stima e di solidarietà dalla nostra clientela che spera come tutti di poter tornare a stare di nuovo all’aria aperta con i propri bambini e ritornare alle attività sociali sospese per salvaguardare la salute, a causa del Coronavirus.
A tutti rispondiamo, con ottimismo, che presto torneranno a Tarquinia!
Marzia Marzoli
Sib Tarquinia