Riceviamo e pubblichiamo
Un giro d’Europa all’insegna della buona cucina e della filosofia Slow Food: protagonisti, il ristorante Namo Ristobottega di Tarquinia e la sua chef Tiziana Favi, che hanno vissuto in questa seconda metà dell’inverno due belle esperienze tra Francia e Bielorussia.
La prima tappa, a fine gennaio, ha visto la chef tarquiniese in visita al ristorante Le Résistants, a Parigi, ospite di Florent Piard. “Con Florent ci siamo conosciuti a FICO a Bologna – racconta Tiziana – e lì ho scoperto il suo lavoro per realizzare il progetto di un ristorante che, pur in una metropoli, riuscisse a essere virtuoso dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime. Il risultato è stato l’abbattimento del 50% della produzione di CO2 del ristorante, in un’ottica che è del tutto simile alla nostra”. Tanto che tutte e due le realtà sono finite, a tal proposito, su Donna Moderna proprio per questa loro peculiarità.
A metà febbraio, poi, Tiziana è volata a Minsk, per rinnovare l’alleanza – diventata quasi un gemellaggio – con Anton Kalenik del ristorante Animal Farm. “Anche questa è una conoscenza nata a Fico – spiega Tiziana – e che ha portato Anton a contattare prima Slow Food International e poi Slow Food Italia per invitare me a una serata italiana a quattro mani a Minsk. Lui, che ha studiato la cucina anche in Italia, ha avuto questa idea splendida: ed è stato fantastico confrontarsi con una brigata di tredici cuochi in una cucina multietnica!”. Idee, iniziativa, scoperte: ecco la filosofia che anima Namo Ristobottega, perfettamente in linea con il ruolo speciale di Tiziana, dallo scorso anno divenuta uno degli chef dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi.