di Marco Vallesi
Risale al Marzo dello scorso anno l’ufficializzazione dell’incarico all’architetto Pier Luigi Cervellati e al suo staff per redigere il P.U.C.G. (Piano Urbanistico Comunale Generale) di Tarquinia, ma quanto avvenuto la scorsa settimana a livello politico – parliamo del Consiglio comunale di giovedì 26 Gennaio 2012 – già riesce a svilire nei fatti e nei contenuti l’eventuale valore innovativo del “Piano Regolatore” in corso di elaborazione.
Tra le delibere che hanno trovato convalida in aula consiliare, infatti, ce ne sono alcune che – se confrontate con le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Mazzola nel celebrare la collaborazione con l’architetto bolognese – rendono lampanti le contraddizioni del primo cittadino e della sua giunta. Perché l’approvazione di quegli atti, di fatto, incide ed interferisce su una situazione urbanistica consolidata e fotografata nell’ampia, analitica e capillare documentazione preliminare del territorio che lo studio Cervellati ha già prodotto nel maggio 2011. E rende evidentissimo il contrasto tra quanto, come al solito, la politica si esprima a livello di dichiarazioni pubbliche inseguendo più – o soltanto? – prosopopea e visibilità piuttosto che sostanza e coerenza con sé stessa.
Proprio nelle parole del sindaco sui temi in questione troviamo l’evidenza di quanto sia frequente la somministrazione propagandistica – di stampo berlusconiano – di motti magniloquenti e dichiarazioni apodittiche spacciate per fondamenti della verità, quest’ultima rarissimamente confermata dall’agire successivo.
Nel merito delle turbe urbanistiche, ecco qualche esempio (le sottolineature sono le nostre):
Marzo 2011; il sindaco annuncia l’affidamento dell’incarico allo studio Cervellati: “Sarà uno strumento che favorirà la crescita economica, urbanistica e sociale, affidata per troppo tempo a interventi estemporanei…”
Luglio 2011; parole del sindaco dal comunicato stampa a seguito del primo incontro con l’Arch. Cervellati: “Il documento è una delle priorità dell’Amministrazione. La città ha un piano regolatore risalente al 1975 e, quindi, vecchio e inadeguato alle nuove esigenze di Tarquinia, cresciuta negli anni seguendo le necessità contingenti e non guardando al futuro.”
Gennaio 2012; dalla nota diffusa a seguito del citato Consiglio comunale: “Sbloccata, dopo quaranta anni, la riqualificazione urbana del “Villaggio dei Pini” in località San Giorgio; via libera all’ampliamento del campo da golf a Marina Velca che passerà da 9 a 18 buche e ok anche alla valorizzare della zona del campo sportivo […] L’amministrazione del fare ha aperto nuove prospettive di sviluppo per il territorio e il turismo, nonostante l’inutile ostruzionismo dell’opposizione incapace di partecipare a questo percorso e di contribuirvi fattivamente”.
Bene: l’amministrazione del fare, fa e parla come Silvio insegna ai suoi discepoli (qui un link ad un sito, tra i tanti simili reperibili su google, dove è riportata la famosa frase citata).
Cosa faccia e perché, non è mai ben dato a capire, per via della assenza pressoché integrale di motivazioni esplicite, specifiche e trasparenti come la tanto sbandierata partecipazione vorrebbe.
Il sospetto è che, con questa ultima (?) manovra urbanistica, l’amministrazione provi a far cassa su due fronti: l’uno, quello economico in termini di soldo spiccio e a carico di un ulteriore consumo del territorio (vedi stadio comunale) per sopperire ai futuri, magri e residuali bilanci comunali (quello del 2012 si prospetta striminzito) così ridotti dopo la dilapidazione dei famigerati “contributi” Enel in opere inutili e costose; l’altro, quello della incipiente campagna elettorale, per la quale, ne siamo certi, non verranno risparmiate promesse alle categorie “affamate” da quel lavoro sempre più raro che, sin qui, è sembrato riservato solo ad una ristretta compagine di devoti e famigli.