Riceviamo da Maurizio Conversini e pubblichiamo
Da alcuni mesi nella nostra provincia gira uno spauracchio impaurisce i suoi utenti con richiesta di liquidità da pagare con un nuovo sistema chiamato “mutuo soccorso”, sapete chi è? “Talete S.p.a”.
La notizia è stata più volte rincalzata dal suo presidente Andrea Bossola, il quale ha pubblicamente comunicato in varie dichiarazioni pubbliche che: “la situazione debitoria in cui versa la società necessita di una congrua ricapitalizzazione (si parla di quaranta milioni di euro e forse più) avanzata ai sindaci/soci del comprensorio ATO 1”.
Fino ad oggi quali risultati ha portato a casa? Soltanto un aumento della cifra debitoria di Talete la quale registra una ricapitalizzazione di oltre 50 mila euro per mancati introiti e il costante aumento delle bollette delle utenze, in media 7% in più per il nuovo anno. Siamo davvero arrivati agli sgoccioli! Anzi… no! C’è molto di più!
Ci continuiamo a domandare come mai in una situazione finanziaria così grave, che sembrerebbe essere senza via di uscita, negli ultimi mesi sono state fatte, in barba ai contribuenti, sei ulteriori nuove assunzioni tutte quante riconducibili all’interno dell’organico amministrativo della politica e forse legati ai boss della politica provinciale.
E poi, da quale graduatoria concorsuale è stata fatta la scelta per le predette assunzioni? Forse dalla fedeltà della tessera di partito o da qualche società interinale ad hoc? Ma gli Amministratori hanno mai paventato la possibilità di abbattere i costi delle bollette dei cittadini magari azzerando i loro lauti compensi e retribuendosi con un semplice gettone di presenza?
Il Movimento Civico per Tarquinia pone l’accento sul fatto che il presidente Bossola ha una visione del tutto privatistica della gestione dell’acqua, forse non sa che l’acqua non è merce di scambio e non la si può trattare come un comune prodotto commerciale. Non si può applicare sull’acqua la più semplice analisi e regola economica di mercato che dice: quando l’offerta di un bene diminuisce il prezzo non può far altro che aumentare. Non è così.
Non è cosi neanche la possibile vendita di quote a soggetti privati o a qualsivoglia multinazionale che poi risolveranno i problemi dell’acqua del Viterbese applicando le esclusive leggi di mercato e soprattutto quella del profitto solo per pochi. Chi ci potrà tutelare da tutto ciò? Solo un soggetto di diritto pubblico può avere la forza e le caratteristiche per sostenere e ottenere un vantaggio economico per la popolazione, soprattutto da un punto di vista fiscale, imprescindibile da una gestione ragionevole del ciclo delle acque.
Il referendum sull’acqua pubblica è stato molto chiaro ed è per questo motivo che la Regione Lazio, con la legge n. 5 del 2014, ha affermato e acquisito la volontà di espressione dei cittadini!
“L’acqua, in tutte le sue forme, è un bene comune e l’accesso ad essa è un diritto fondamentale ed inalienabile. L’acqua è patrimonio delle comunità, dei popoli e dell’umanità, elemento costitutivo della vita del nostro pianeta. L’acqua non è merce, per questo il Movimento Civico per Tarquinia si oppone a tutte le forme di privatizzazione, compresa le partnerships pubblico-privato, che ha dimostrato il totale fallimento in tutto il pianeta”.
Maurizio Conversini
per il Movimento Civico per Tarquinia