di Attilio Rosati
Nel mese di ottobre del 2017, Milena Gabbanelli, la più grande giornalista italiana e anche la più scomoda per le sue inchieste verità della trasmissione “Report”, da lei condotta, si dimise dalla Rai rinunciando ad incarichi e stipendio, perché le era stata offerta una ambigua “condirezione “ di Rai news 24”.
A fronte di numerose sollecitazioni a chiarire le ragioni delle sue dimissioni, la Gabbanelli, solitamente cristallina nel suo esporre, rispose con una frase d’insolita enigmaticità: “Le condizioni proposte non permettono di produrre risultati apprezzabili”. E non ci fu verso di farle aggiungere altro.
Da allora, incarichi di lavoro e collaborazioni alla Gabbanelli non sono di certo mancati e, tuttavia, suona strano a chi vorrebbe una informazione imparziale e trasparente che la migliore firma del giornalismo italiano non lavori nel servizio pubblico nazionale, pagato da tutti i cittadini, e cioè la Rai. Nella giornata di ieri, mercoledì 27 novembre, tuttavia, si è aperto uno spiraglio che lascia presagire novità confortanti.
C’è stato, in mattinata, un incontro fra Luigi Di Maio e Milena Gabbanelli, che in tempi di nuove imminenti nomine d’incarichi dirigenziali sembra voler preludere ad un ritorno della giornalista in casa tv pubblica. Sarebbe il secondo tentativo del M5s di “valorizzare” l’ex conduttrice di Report, poiché le fu proposto anche di candidarsi alle elezioni, cosa che lei ebbe decisamente a rifiutare con la motivazione di ritenere la politica un mestiere ben lontano da ciò che sa fare. La speranza è che, se proposta di rientro debba essere, sia seria e non di facciata. Ci sarebbe spazio per un ritorno in grande stile, perché sarebbero disponibili anche incarichi di direzione di rete. Ne sapremo molto presto qualcosa perché il C.d.A della Rai si riunisce per discutere di poltrone e incarichi proprio in questi giorni. Speriamo non prevalgano le solite logiche di lottizzare la Rai per “narcotizzarne” il potere informativo e d’inchiesta a danno di tutti i cittadini. Staremo a vedere.