In una nota diffusa stamani, duro attacco del consigliere d’opposizione Gianni Moscherini alla maggioranza Giulivi.
“Dopo circa 180 giorni dall’insediamento dell’attuale amministrazione comunale di Tarquinia, – esordisce Moscherini – ritengo necessario e opportuno aprire un dibattito e un confronto sulla composizione degli organi amministrativi e operativi della maggioranza i cui risultati di lavoro, quando non hanno prodotto danni alla comunità, si avvicinano molto allo zero negativo. Ma affronteremo in appuntamenti pubblici una discussione approfondita dei piccoli e grandi disastri che questa amministrazione ha prodotto e continua a produrre ai cittadini privilegiando nel colpire quelli meno abbienti e più indifesi”.
Poi l’attenzione si sposta su un tema che già in campagna elettorale Moscherini aveva spesso invocato attaccando Giulivi. “Ma per intanto – prosegue – diamo un’occhiata alla parentopoli in atto al Comune e all’Università Agraria di Tarquinia:
a – una prima coppia di fratelli, i Borzacchi, sono presidente dell’Agraria (Sergio) e consigliere comunale (Roberto);
b – una seconda coppia di fratelli, i Guiducci, ricopre la carica di Presidente del Consigli in entrambi gli Enti: Alessandro all’Agraria e Federica al Comune;
c – zio e nipote: Ascenzio Benedetti, assessore all’Agraria, e la nipote (figlia della sorella) Martina Tosoni, assessore comunale, che – tra l’altro – sono rispettivamente fratello e nipote del compianto Sergio Benedetti, nell’amministrazione 2002-2007 già vicesindaco dell’allora sindaco Alessandro Giulivi;
d – una coppia di coniugi: Marcello Maneschi e Betsi Zacchei: Marcello Maneschi siede come consigliere di maggioranza dell’Agraria mentre la Betsi Zacchei siede nel consiglio del Comune. E’ opportuno considerare anche l’exploit della sig.ra Zacchei in Maneschi che, pur non essendo mai scesa prima nell’agone politico, è risultata la più votata dei consiglieri di maggioranza. E viene naturale chiedersi per quali meriti abbia conseguito tutti quei voti”.
“Ma ancora più preoccupante, – prosegue Moscherini – e forse con criteri di incompatibilità tra vita privata e incarichi di Giunta o assessorili, appare essere la “aziendopoli” in atto. A sindaco è stato insediato il proprietario di un’importante impresa di elicotteri. Ai due vertici del Consiglio del Comune e di Vicesindaco sono stati nominati dal capo azienda suddetto, due suoi strettissimi collaboratori e dipendenti della sua fiorente ditta: Luigi Serafini in qualità di vicesindaco e la presidente del consiglio comunale Federica Guiducci; il primo responsabile dei rapporti con la clientela dell’azienda di cui è dipendente e la seconda responsabile degli acquisti delle parti di ricambio della medesima ditta”.
“Ma a Tarquinia – continua Moscherini – vedo che si è abituati agli intrecci familiari, perché in occasione della mia precedente partecipazione alla candidatura a sindaco, si scoprì che l’allora Commissario straordinario dell’Università Agraria non era altri se non il marito dell’allora segretaria generale del Comune, mentre la moglie del dirigente dell’ufficio urbanistica del comune, arch. Fioravanti, era contemporaneamente la dirigente del locale commissariato di PS nonché Vicequestore della provincia di Viterbo. Solo coincidenze?”.
“E questa preoccupazione – prosegue la nota – appare più evidente dalle materie volutamente non delegate agli assessori dall’attuale capo della Giunta e tenute alla gestione diretta del capo amministrazione/azienda. Infatti, come da comunicazione pubblica restano di competenza del sindaco che le assume tutte sotto la propria direzione e responsabilità: il coordinamento dell’attuazione del proprio programma politico, macroorganizzazione degli uffici e dei servizi nonché le politiche del personale, il bilancio, le risorse tributarie, la valorizzazione del patrimonio, il demanio marittimo, le Saline, la riqualificazione urbana, la programmazione e attuazione dei piani urbanistici, lo sviluppo residenziale del territorio, l’igiene, la qualità ambientale, lo sviluppo di nuove fonti energetiche, la rigenerazione del litorale, la polizia locale e la sicurezza, la protezione civile, la sanità e i rapporti con le società partecipate (come da Decreto Sindacale n. 14 del 14-6-19 “Nomina Giunta Comunale”). In pratica l’amministrazione pubblica è governata in maniera esplicita attraverso il potere assoluto di quel signore padrone d’azienda che ricopre l’incarico con criteri e compiti che neppure un Podestà di onorata memoria poteva esercitare. Siamo fuori dalla democrazia”.
“Siamo prigionieri – conclude Moscherini – di una parentopoli e di una aziendopoli ancor più grave del cui operato proponiamo di discutere in appositi consigli comunali aperti sulle singole materie per capire se forse, come io penso, per il degrado in cui è stata condotta in questo Comune, non sia meglio per il popolo, per i cittadini e per l’economia, chiedere un commissariamento decennale dell’amministrazione di Tarquinia da parte dello Stato che rimetta ordine tra i diritti dei cittadini e garantisca la sicurezza della distanza necessaria tra gli interessi aziendali e personali e gli interessi collettivi e di sviluppo dell’occupazione. A me non risulta che esistano situazioni antidemocratiche come quella che si è sviluppata a Tarquinia. I cittadini riflettano, comincino a discutere e facciano delle proposte per il futuro delle prossime generazioni e per il futuro della nostra amata Città”.