“Nel cuore di quel quartiere hipster bobo che è diventato l’Haut Marais a Parigi, il mercato des Enfants-Rouges è un microcosmo atipico e gustoso”: con queste parole Camille Labro parlava, qualche mese fa su Le Monde, del mercato coperto di rue de Bretagne.
Un viaggio tra profumi, spezie esotiche, peperoncino, zenzero, basilico, salumi e formaggi, fiori, spaziando dal Marocco all’Italia sino al Libano e ancora oltre, trovando in pochi metri dagli hamburger biologici ai pancake di varie forme. “Questo mercato è un vero riflesso del mondo”: dichiarava, nello stesso articolo, uno dei cuochi allora al lavoro sotto le volte di vetro e metallo del mercato.
Circa venti bancarelle, cosmopolite e colorate, riempiono gli oltre 2.000 metri quadrati del mercato, in un’atmosfera a metà strada tra il souk e la piazza di paese: creato nel 1615, il marché des Enfants-Rouges è il più antico mercato alimentare della capitale. Fu creato sotto Luigi XIII, quando i confini della città si fermavano in Place de la République, e prese il nome da un ex ospedale-orfanotrofio i cui piccoli ospiti erano vestiti di rosso.
Elencato nell’inventario dei monumenti storici nel 1982, fu vicino alla demolizione negli anni ’90, quando il sindaco del 3° arrondisement dell’epoca lanciò l’idea di sostituirlo con un ampio parcheggio. L’insurrezione fu così grande tra gli abitanti che il consiglio comunale in carica perse le elezione, quindi il successore lanciò la sua ristrutturazione.
Dopo sei anni di lavoro, il nuovo mercato des Enfants-Rouges è stato riaperto nel 2000, riunendo come detto fiorai, pasticceri, fioristi, restauratori, ristoratori, commercianti di vino. La diversificazione delle attività e dei prodotti offerti è indicativa della sua vitalità: denso e brulicante, è il riflesso di una Parigi mista, amichevole e abbondante, dove la diversità culturale passa attraverso il buon cibo.