Riceviamo da Gianni Moscherini e pubblichiamo
Una amministrazione, quella Giulivi, nata da un ballottaggio su cui aleggiano le ombre già evidenziate in un esposto inviato dal Consigliere di minoranza Gianni Moscherini alle Procure della Repubblica di Perugia e di Civitavecchia, e alla Prefettura di Viterbo. Esposti che, vista l’inaccettabile risposta fornita dal Viceprefetto Vicario, saranno a breve seguiti da una formale denuncia penale nei confronti dei responsabili di quegli eventi potenzialmente lesivi della regolarità delle operazioni di voto.
Partendo già “zoppa”, questa amministrazione ha proseguito insediando sugli scranni della maggioranza, l’altra metà dei familiari già eletti all’Università Agraria: rapporti di fratellanza, di matrimonio, di affinità familiare (cugini, zii e nipoti), omonimie sospette, duplicità di incarichi, e rapporti di lavoro legano infatti a doppio filo i capi dei due maggiori enti pubblici tarquiniesi e i relativi assessori e consiglieri, tanto da poter parlare di una vera e propria “Parentopoli” in salsa etrusca. In questa situazione era prevedibile che venissero adottate delle decisioni a dir poco “bizzarre” come i parcheggi in varie zone litorali con le strisce blu dipinte sulla sabbia (ma con parchimetri, abbonamenti e multe reali e, vista la vicinanza al mare, salati…).
Ma la giunta Giulivi ha dato il meglio di sé con l’annullamento della delibera di gennaio 2018 della giunta Mencarini relativa all’applicazione della legge regionale 28/80, la quale avrebbe potuto, come intuito e stabilito a suo tempo, risolvere rapidamente e con semplicità l’annosa problematica relativa all’urbanizzazione di San Giorgio. Ma no, la nuova giunta Giulivi ha smentito la vecchia decisione, con l’assenza dell’assessore Benedetti, che a suo tempo aveva votato a favore dell’adozione della delibera. Favore espresso anche dall’assessora Tosoni che, cambiata la giunta, ha anche cambiato idea, contraddicendo sé stessa.
In tale confusione mentale è maturata la convocazione di un consiglio comunale congiunto relativo alla paventata realizzazione di un termovalorizzatore/inceneritore/impianto di… non è chiaro neanche di cosa si trattasse, ma, in un clima di confusione mentale collettiva, bisognava opporsi. A cosa? Non è ancora chiaro. E proprio in mancanza di questa chiarezza che, in coscienza e rispetto del mandato elettorale conferitogli dai cittadini, il consigliere Moscherini ha rifiutato di essere preso in giro, non essendo mai stata fornita/esibita alcuna documentazione utile a evitare una situazione analoga a quanto avvenuto a Modugno (BA) in cui, dopo cinque anni di opposizioni e processi, l’amministrazione pro tempore è stata condannata a pagare le spese processuali pari a circa 12 milioni di Euro.
Ecco, in tale situazione poco chiara ma, soprattutto, potenzialmente nefasta politicamente ed economicamente, Moscherini ha preferito non essere “complice” di una qualsiasi decisione avventata e figlia di pregiudizi al limite della superstizione. E sono passati solo tre mesi…