Riceviamo e pubblichiamo
Due appuntamenti di “Tramonti” con tango e Leopardi a Ferento domani, sabato 27 luglio, e domenica 28, sempre alle 19,30 (preceduti alle 18,30 dalla visita al sito) per la stagione organizzata dal Consorzio Teatro Tuscia, assegnatario del bando del Comune di Viterbo, con il sostegno di Ance Viterbo e con la direzione artistica di Patrizia Natale, in collaborazione con Archeotuscia onlus e TusciaE20.
Domani è in programma “Momenti di Tango” con la compagnia Almatanz e le coreografie di Luigi Martelletta, spettacolo che va ben oltre il semplice e a volte banale racconto di questa danza e dei suoi sentimenti.
A parte gli aspetti musicali e quelli interessanti della storia del costume, il tango ha importanti riflessi nella letteratura rioplatense e specialmente in quella argentina.
In questo spettacolo infatti non è difficile trovare versi e prose sul tango, o ispirate ad esso, dai modernisti “classici” quali Lugones, Gàlvez, Larreta, agli scrittori del “gruppo Boedo”, sino a Borges con quella sua componente Bohemienne o Populista, dove il verismo concentra le emozioni sull’esistenza dei fatti e del loro succedersi e correlarsi.
Il tango è frutto di quell’immane esodo di disperati che dalla fine dell’Ottocento e per buona parte del Novecento si riversarono nel continente americano. Nelle pianure attraversate dal Rio della Plata si fusero culture musicali diverse che originarono il ritmo del tango, e gli uomini – data la scarsità di donne in quei luoghi – iniziarono a ballare tra loro. Il tango infatti è l’unico ballo nel quale il ruolo tra uomo e donna è diviso quasi al 50%.
Quando il tango si estese nelle periferie delle città si arricchì di contenuti coreografici diversi (nei salotti borghesi, ad esempio, le signore danzavano più distanti dall’uomo), ma non perse la sua caratteristica di danza determinata da una forte emozione interiore, di passionale sintonia col partner. Il coreografo Martelletta propone uno spettacolo diviso in 18 brani, in ognuno dei quali c’è un racconto o un’emozione vissuta (l’amicizia, la felicità, la violenza, la maturità, la forza, l’amore). Lo spettacolo è dunque dedicato a tutti questi stati d’animo che ognuno ha vissuto nella propria storia personale.
Domenica sarà una nuova occasione per parlare di “Leopardi poeta infinito. I tormenti del giovane Giacomo”, un appuntamento curato dal giornalista Giuseppe Rescifina. Servirà a ricostruire alcuni aspetti della vita del poeta di Recanati, nominato a 19 anni socio corrispondente dell’Accademia degli Ardenti di Viterbo, e, dunque, un ricordo del suo rapporto con esponenti della cultura viterbese suoi contemporanei. In particolare con Francesco Orioli, nativo di Vallerano, che considerava un “emporio del sapere” per via dell’immensa cultura poichè, oltre ad essere medico, era scienziato, filosofo, archeologo, avvocato e giornalista, assoluto protagonista della vita culturale dell’Ottocento non solo nella Tuscia, ma di quella della nazione.
Parteciperà Ludovico Pacelli, presidente dell’associazione culturale Europea “Francesco Orioli” di Vallerano, paese di nascita di Orioli.