Riceviamo e pubblichiamo
Cinquanta anni di canzoni della storia musicale italiana per due e ore mezza di spettacolo, tra musica e racconti, ricordando Vincenzo Micocci nel centenario della nascita. È stato un successo di pubblico e di critica la serata evento benefica dedicata a uno dei più celebri produttori musicali ed editori italiani, organizzata dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia (Stas), insieme a Francesco Micocci, figlio del grande discografico, con la collaborazione artistica di Gabriele Ripa e la partecipazione dell’altro figlio Stefano Micocci. L’iniziativa si è tenuta il 21 giugno in una sala Sacchetti affollata in ogni ordine di posto.
“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno permesso di realizzare questa mia idea – sottolinea Francesco Micocci -. Dalla presidente della Stas Alessandra Sileoni, senza la quale non sarebbe stato possibile realizzare questo progetto, al segretario Giuseppe Giacchetti; dal coro Etruschorus “Maria Laura Santi”, diretto dal maestro Luca Purchiaroni, al mio amico e fidato collaboratore Gabriele Ripa e a Sergio Foroni, che ha curato la parte audio; da Catia Manganelli, che ha curato tutti i momenti della scaletta, a Giancarlo Milioni, che ha gestito la ripresa video della serata; da mio fratello Stefano per il suo apprezzato intervento, agli artisti che si sono esibiti: Fabio Biagiola, Massimo Stefani, Giancarlo Capitani, Giacinto Mazzola, Roberto Blasi, Danilo Ciatti, Matteo Costa, Michele Mainardi, Daniela Di Rocco, Gabriele Ripa, Edoardo Biagetti, Franco Stefani e il gruppo Kokedama (Sergio Foroni, Giuseppe Calamita, Paola Vecchiato, Guido Rossi, Massimo Zinicola).
Lo spettacolo ha ripercorso i momenti salienti dell’eccezionale carriera artistica del discografico. Gli inizi nel negozio di dischi dello zio a Roma (in via delle Convertite, vicino piazza San Silvestro) che era diventato un punto di riferimento gestito dal giovanissimo Micocci che informava costantemente sulle novità della musica italiana e americana. Grazie a questa sua attività fu contattato da un funzionario della RCA e gli venne affidata la direzione artistica nella seconda metà degli anni Cinquanta, dove scopre cantanti-autori come Edoardo Vianello, Nico Fidenco, i Flippers e Gianni Meccia per il quale viene coniato da Vincenzo il termine “cantautore” nell’ufficio del direttore generale Ennio Melis. “Gianni Meccia voleva solo fare l’autore di canzoni tipo “Odio tutte le vecchie signore” ed altre simili – dice Francesco Micocci -. Mio padre gli disse che canzoni così ironiche e sarcastiche potevano essere interpretate solo da lui che era l’autore. Coniò il termine prima “cantantautore”, alquanto cacofonico, e poi lo trasformò in “cantautore”, termine che ancora oggi è usato per definire colui che si scrive e canta le proprie canzoni”.
Successivamente negli anni Sessanta, diventò direttore artistico della Ricordi in cui produsse tanti artisti, tra i quali Luigi Tenco, Ornella Vanoni, Catherine Spack, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber e Bobby Solo con il grande successo di “Una lacrima sul viso”. Nel 1970 nacque infine l’etichetta musicale indipendente “it” con la cosiddetta “scuola romana” dei cantautori, tra i quali Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Rino Gaetano, Fiorella Mannoia, Gianni Togni, Sergio Caputo, e tanti altri. Infine gli anni Ottanta e Novanta con Grazia Di Michele, Mario Castelnuovo, il rilancio artistico di Amedeo Minghi e il debutto di Paola Turci, scoperta da Micocci a cui un amico segnalò che faceva pianobar in un famoso locale romano e che poi vinse il Festival di Sanremo nel 1989. Lo spettacolo è stato un alternarsi di aneddoti raccontati da Francesco riguardanti gli artisti e le canzoni della storia del padre e della “it” dei Micocci, momenti musicali affidati a cantanti, musicisti, gruppi musicali tarquiniesi e a contributi video registrati per l’occasione da Bobby Solo, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Ron, Amedeo Minghi (che parla anche del suo autore dei testi Gaio Chiocchio), Alberto Fortis, Sergio Cammariere ( e il suo autore dei testi Roberto Kunstler), Pasquale Panella (autore dei testi di Enzo Carella), Principe e Socio M., Stefano Borgia, Ernesto Bassignano e i giornalisti – autori Marco Molendini e Giorgio Verdelli.
Ad arricchire la scaletta le parole dei figli: Francesco, che ha presentato la serata, ha parlato del libro “Vincenzo io t’ammazzerò, la storia dell’uomo che inventò i cantautori” (da una frase della canzone “Milano e Vincenzo” di Alberto Fortis, autore della prefazione); Stefano che ha raccontato l’artista Rino Gaetano anche attraverso il suo libro “Rino Gaetano, Un mito predestinato”, scritto insieme a Carlotta Ercolino. “Ho inoltre voluto evidenziare la passione di mio padre per il jazz e parlare del libro che ha scritto insieme a Salvatore Biamonte, “Il libro del jazz” – conclude Francesco Micocci -. Senza dimenticare le sue tante intuizioni artistiche, come la scoperta nella veste di arrangiatori dei giovanissimi Ennio Morricone e Luis Bacalov, che nel corso della loro carriera hanno vinto, come sappiamo, il Premio Oscar”. Il ricavato dell’evento, a offerta libera, è stato devoluto per sostenere le attività della Croce Rossa Italiana – Comitato di Tarquinia.