Riceviamo e pubblichiamo
Appuntamento importante per tutti i cittadini che hanno firmato il referendum per l’acqua pubblica, mercoledi 8 settembre alle 18,30, il consiglio comunale di Tarquinia presenta le proposte del consigliere Marco Tosoni sul tema dell’acqua pubblica.
Al punto numero 13 prevede la proposta di deliberazione avente come oggetto il riconoscimento dell’acqua come bene comune pubblico e l’accesso all’acqua come diritto umano fondamentale, al punto numero 14 l’integrazione allo statuto comunale del Comune di Tarquinia del principio del servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.
Spero proprio che vi sarà un ampio consenso sul tema dell’acqua pubblica, i comitati sparsi per l’Italia hanno fatto un grande lavoro di raccolta firme che trovo giusto sostenere come cittadino ma anche come consigliere comunale proponendo una volontà politica nella scelta dell’acqua pubblica come bene comune.
Per questo mi associo al comunicato stampa del forum dell’acqua (www.acquabenecomune.org) nel chiedere al Governo di “emanare un provvedimento legislativo che disponga la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal Decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum.
Chiediamo inoltre alle amministrazioni locali di non dare corso alle scadenze previste dal decreto Ronchi. Un milione e quattrocentomila firme rappresentano una delegittimazione di qualunque scelta tesa ad applicare il decreto, a maggior ragione per quelle amministrazioni che vogliono addirittura anticiparne le scadenze.
Il comitato promotore dei referendum per l’acqua pubblica ha raccolto oltre un milione e quattrocentomila firme, grazie all’impegno di tutti i cittadini che per mesi hanno raccolto le firme, in ogni comune d’Italia.
Il 19 luglio, sono state consegnate, a Roma, presso la Corte di cassazione e segnano un successo senza precedenti, perché mai nella storia della nostra Repubblica un referendum ha raccolto così tante firme, segno evidente del grande interesse che questo tema riscuote nella nostra democrazia.
Il referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici si terrà in primavera e l’obiettivo che il comitato promotore si è dato è quello di portare almeno 25 milioni di italiani a votare tre “sì”.
Ricordo i tre quesiti referendari:
Primo quesito: fermare la privatizzazione dell’acqua. Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008. Eliminare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal governo Berlusconi e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici del paese.
Secondo quesito: aprire la strada della ripublicizzazione. Si propone l’abrogazione dell’art. 150 del D. Lgs. n. 152/2006; in questo modo non sarebbe più consentito il ricorso né alla gara, né alla gestione a società di capitali, Il servizio idrico sarebbe gestito da enti di diritto pubblico con la partecipazioni dei cittadini e delle comunità locali.
Terzo quesito: eliminare i profitti del bene comune acqua. Si propone l’abrogazione dell’articolo 154 del decreto legislativo numero 152/2006, limitatamente alle seguenti parole “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
Abrogando quest’articolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe la possibilità di fare profitti su un bene comune.
Marco Tosoni
Gruppo consiliare autonomo “Per il bene di Tarquinia”