“Ieri 21 gennaio 2021 ricorreva il centenario della fondazione del Partito Comunista Italiano, il P.C.I. per tutti noi di “Sinistra”, una ricorrenza che merita un giusto ricordo e che suscita profonde riflessioni”: a parlare è il Movimento Civico per Tarquinia, che approfitta della ricorrenza per una riflessione sulla sinistra di oggi..
“Paradossalmente, dopo 100 di frantumazioni e di innumerevoli sigle identitarie similari comparse e poi improvvisamente scomparse, cosa è rimasto della scissione di Livorno? – si chiedono gli esponenti del Movimento Civco – Un secolo di divisioni e di scelte di campo per una “Sinistra” che, siamo obiettivi, tranne pochi sussulti individuali risulta essere ancora ad oggi… senza alcun progetto identitario ben definito su temi per noi centrali come il lavoro, il diritti, lo stato sociale, la libertà, la partecipazione e l’integrazione”.
“Nel periodo successivo allo smarrimento – continua il Movimento Civico – causato dal crollo del muro di Berlino e con lo smantellamento del P.C.I., avvenne il primo passo di un percorso ed un progetto realizzato con troppa fretta che portò alla nascita del PDS, poi dei DS e quindi, ad oggi, del PD. Quest’ultimo nato da una combinazione matematica con una parte della ex DC, quella parte che era diventata nel frattempo la “Margherita”. Cosa rimane oggi di tutto questo? Delle salde radici e dell’organizzazione politica che smantellò Tangentopoli trovando inoltre nutrimento nella “questione morale” sollevata dal nostro Enrico Berlinguer più di 40 anni fà? Niente, solo che un’accozzaglia di personalizzazione del potere, amplificatasi a dismisura dopo l’irragionevole gestione del “rottamatore” Matteo Renzi, oggi accoltellatore del governo Conte”.
“Non va dimenticato – rilancia il Movimento, ponendo un occhio al passato – che il P.C.I. diede un contributo fondamentale alla lotta di liberazione dal nazifascismo, partecipò in maniera determinante all’affermazione dei valori della democrazia anche nei momenti più difficili della nostra storia repubblicana come nei cosiddetti “anni di piombo”. Ebbe inoltre un ruolo politico e amministrativo basilare in molte ed importanti città della penisola, esprimendo dirigenti e sindaci di grande spessore politico ed indiscutibili capacità amministrative, intellettuali e culturali. Non possiamo trascurare che il percorso storico di questo partito e la sua funzione a tutt’oggi siano di notevole attualità! Respingiamo con estrema fermezza l’equiparazione che viene fatta tra comunismo e nazismo e siamo inoltre molto critici rispetto all’interpretazione secondo la quale il comunismo sarebbe stato un “fenomeno omogeneo” tra le due Europe, quella orientale e quella occidentale. L’esperienza del Partito Comunista Italiano dimostra esattamente il contrario poiché ha rappresentato dal punto di vista politico una peculiarità all’interno del movimento comunista. Basti pensare all’esperienza dell’eurocomunismo o alla forte critica che venne rivolta, proprio dal P.C.I., alla repressione del dissenso nei cosiddetti paesi del “Socialismo Reale”.
“Ci auguriamo – conclude la nota – che a distanza di 100 anni dalla sua fondazione i valori cui si ispirava il Partito Comunista Italiano quali, la costituzione, la resistenza, l’antifascismo, il movimento operaio, il movimento studentesco, la ricerca scientifica, la pace, l’ambiente, l’antirazzismo, la parità di genere, i diritti civili, l’amicizia e l’uguaglianza tra i popoli, la lotta al capitalismo sfrenato, ritornino ad essere ispiratori di quell’unità della sinistra scomparsa nel corso di questo secolo”.